Evento da prima pagina
I media arabi hanno reso onore all'impegno di Giuliana Sgrena. Tv satellitari, giornali e siti Internet hanno dato in prima pagina la notizia. In particolare le due Tv di maggior ascolto, Al Jazeera ed Al Arabiyah, hanno ripreso la notizia delle manifestazioni a Roma per la sua liberazione e le prime pagine dei giornali italiani, in particolare la prima del manifesto con l'immagine di Giuliana e il titolo «Una di noi». «Per l'opinione pubblica italiana è incomprensibile che una giornalista impegnata contro la guerra sia stata rapita» dice lo speaker di Al Jazeera. I quotidiani arabi hanno pubblicato la notizia nell'ambito dell'articolo dall'Iraq. I maggiori quotidiani e quelli con una linea editoriale progressista hanno dedicato articoli specifici. Tra questi si devono citare il quotidiano libanese Assafir, notoriamente progressista e il saudita con redazione centrale a Londra e 13 edizioni internazionali Al Sharq Al Awsat. In generale l'informazione sul rapimento di Giuliana è stata corretta e puntuale, mettendo in risalto l'impegno pacifista della nostra collega. Assafir in particolare mette in evidenza un aspetto inquietante: «La giornalista italiana Giuliana Sgrena del quotidiano di sinistra il manifesto è stata sequestrata, come avvenuto per la giornalista francese, Florence Aubenas, rapita insieme al suo traduttore Hussein Assaady esattamente un mese fa, mentre preparava un'inchiesta sui profughi di Falluja»...«10 giorni fa, uomini armati hanno tentato di sequestrare un altro giornalista occidentale che lavorava su Falluja, ma per fortuna il suo autista è riuscito a mettere in atto una manovra diversiva sfuggendo al sequestro». Il quotidiano libanese scrive inoltre: «Il manifesto è una delle più illustri voci che si oppongono alla guerra». Poi dà un profilo molto informato su Giuliana: «E' stata tra i fondatori, negli anni 80, del primo giornale italo-arabo, L'Ora di Palermo», e cita una sua frase sul perché fa un giornalismo militante che affronta i rischi della guerra dalla Somalia all'Iraq, dall'Algeria all'Afghanistan: «Vado perché soltanto così sono in sintonia con la mia professione e la mia coscienza; voglio riportare nei miei articoli la reale immagine di una resistenza di un popolo contro l'oppressione dell'occupazione». Poi prosegue citando l'impegno militante di Giuliana nelle organizzazioni pacifiste e di solidarietà a fianco del popoli iracheno, libanese, palestinese e Sahrawi.
Il quotidiano saudita Asharq Al Awsat ha pubblicato un articolo del suo corrispondente a Roma, Abdel Rahman Beitar. «Giuliana Sgrena è una giornalista nota per le sue posizioni di sostegno al popolo iracheno e contro la guerra e stava preparando un'inchiesta sui profughi di Falluja accampati a Baghdad. E' stata descritta da Luciana Castellina come una giornalista professionista che non si accontenta di fare giornalismo da poltrona nei saloni degli alberghi di lusso, che raccolgono le notizie dalle TV satellitari, ma andava sul luogo dove avvengono le notizie e riporta le testimonianze dei protagonisti». L'articolista ricorda anche che il papà di Giuliana «è un membro del Partito dei Comunisti italiani guidato da Diliberto, ex ministro del governo di sinistra prima di Berlusconi, e che adesso è all'opposizione del governo attuale e fortemente impegnato nel movimento contro la guerra».
Anche i siti Internet d'informazione hanno ripreso la notizia delle manifestazioni di solidarietà ed i forum islamici hanno rilanciato il comunicato di rivendicazione con qualche stupido ululato di vittoria.
Articoli correlati
- Nell’ambito di un evento collaterale all’80esima Assemblea Generale dell’ONU
Presentata a New York la “Dichiarazione dei giovani per la Pace nel Mediterraneo”
Quest'articolo nasce da una conversazione con Giovanna Gagliardi, attivista/militante di “Un ponte per… “, Ong nata durante la prima guerra in Iraq per dare solidarietà umana e materiale alla martoriata popolazione civile, vittima dei bombardamenti su Baghdad degli USA e dei suoi Stati vassalli.14 agosto 2025 - Mauro Carlo Zanella A Kiev un crimine di guerra
Oggi è il 6 agosto. Esattamente ottant’anni fa, nel 1945, gli Stati Uniti d’America sganciarono la bomba atomica che ridusse in macerie la città giapponese di Hiroshima e in polvere gran parte dei suoi abitanti.6 agosto 2025 - Mauro Carlo ZanellaYurii Sheliazenko: “Bene le proteste, ma tra gli ucraini c’è ancora chi crede nella guerra”
A Kiev ho incontrato Yurii Sheliazenko, obiettore di coscienza quacchero e dirigente del Movimento Pacifista Ucraino, che avevo conosciuto e intervistato durante il mio viaggio in Ucraina nell’agosto dell’anno scorso e il suo amico Artem Denysov, anch’egli quacchero.4 agosto 2025 - Mauro Carlo Zanella- Terza puntata dall'Odessa del fotoreporter Mauro Carlo Zanella
Ucraina, una guerra che l’Unione Europea poteva evitare, ma ha alimentato
La guerra in Ucraina ci porta indietro di oltre cent’anni, alla Prima Guerra Mondiale: le città sostanzialmente al sicuro, dove si prova a continuare a vivere una vita normale e i ragazzi in trincea a morire per conquistare o difendere la striscia di terra contesa.29 dicembre 2024 - Mauro Carlo Zanella
Sociale.network