L'ora più buia chiama alla vigilanza per la pace
ALBERT
La voce della ragione in tempi di guerra
Bollettino pacifista settimanale
L'Europa che si riarma
Pino Arlacchi, nel suo articolo pubblicato il 27 aprile 2025 su Il Fatto Quotidiano, ci invita a riflettere e a non accettare come ineluttabile il ritorno delle logiche di guerra in Europa.
Arlacchi denuncia la deriva militarista che sta travolgendo le istituzioni europee, risvegliando i fantasmi di un passato che pensavamo superato. L'Europa, da culla del progetto di pace nato dopo le tragedie del Novecento, rischia oggi di trasformarsi in un continente che si riempie di armi e si abbandona a una retorica apocalittica che tradisce i suoi stessi valori fondativi.
Ma non tutto è perduto. Arlacchi ci ricorda che esistono strumenti di contrasto, vie giuridiche e politiche che possiamo percorrere per difendere la legalità internazionale, per denunciare le violazioni, per ribadire che il vero coraggio non sta nel prepararsi alla guerra, ma nel costruire ogni giorno la pace.
Come movimenti, come cittadini consapevoli, dobbiamo cogliere questo richiamo. Dobbiamo farci portatori di una visione alternativa, capace di opporre al riarmo la forza della diplomazia, alla paura la fiducia nel diritto, alla spirale della tensione la cultura della pace.
Incoraggiamo il pensiero critico. Poniamoci domande. Non lasciamoci trascinare da chi vorrebbe farci credere che il conflitto sia inevitabile. La storia ci insegna che ogni passo verso la guerra è preceduto da un cedimento delle coscienze. Tocca a noi, oggi, riconoscere questi segnali e agire.
Sosteniamo ogni iniziativa che contrasti il riarmo dell'Europa, in questa ora buia per tutti.
Allegata a questa pagina web c'è l'articolo di Pino Arlacchi.
Caro Francesco
Caro Francesco il tuo viaggio di ritorno a Casa è stato brevissimo e il Padre ti ha accolto a braccia aperte.
Ti abbiamo amato e sei stato punto di riferimento, un Faro per i tanti come me che non avevano più speranze in questi anni dominati dalla ferocia, dal qualunquismo, dall'esteriorità e dall'egoismo: ci hai fatto comprendere che la bontà, l'amore, il rispetto per i più deboli e per la giustizia sociale è possibile.
Avevo capito che qualcosa di importante doveva accadere, quando, in un'importante Chiesa di Bologna la sera dell'11 aprile in una serata dedicata ai morti sul lavoro, dove si ricordavano con il Requiem di Verdi, nel mio quadro "morti bianche" esposto in Chiesa per l' occasione si scardinava la cornice e l'opera cadeva terra. Sapevo che qualche significato particolare l'aveva questa cosa "strana" mai accaduta, e proprio nella Chiesa dei Servi di Maria: raccontava la tua dipartita dalla vita terrena. Quando abbiamo saputo della tua morte stavo dipingendo un paesaggio pranico molto bello, la natura vista dal punto dell'energia invisibile che ci circonda: una natura che hai sempre cercato di proteggere denunciando la violenza su di essa di noi umani. Allora ti ho inserito nell'opera: cammini sempre più piccolo per poi andare in Cielo. Grazie Papa Bergoglio e prega per noi, ne abbiamo bisogno.
Carlo Soricelli
curatore dell'Osservatorio di Bologna morti sul lavoro
Una settimana in azione per la pace
In questi giorni abbiamo condiviso esempi concreti di coraggio civile, riflessioni profonde sulla pace e opportunità di impegno concreto. Ecco i principali fatti della settimana: ti invitiamo a scoprirli e ad approfondirli.
Un esempio di resistenza civile: portuali e cittadini uniti contro il genocidio a Gaza
In Marocco, i lavoratori portuali hanno compiuto un atto di grande coraggio, rifiutandosi di caricare componenti per i caccia F-35 destinati a Israele. Migliaia di manifestanti li hanno sostenuti, trasformando una protesta in un gesto potente di disobbedienza civile.
La presenza italiana in prima linea per il disarmo nucleare
Dal 14 al 26 aprile, attivisti da tutta Europa – compresi italiani – si sono mobilitati davanti alla base di Lakenheath, in Inghilterra, per impedire il ritorno delle bombe nucleari B61-12. Tra le iniziative: workshop, eventi musicali, azioni dirette nonviolente, con la partecipazione di Extinction Rebellion e rappresentanti di diverse fedi religiose.
25 aprile: la Resistenza continua per un’Europa unita e per la pace
Nel giorno della Liberazione, il Movimento Federalista Europeo ci ricorda che la Resistenza non fu solo italiana, ma europea. Il Manifesto di Ventotene resta ancora oggi un progetto vivo per costruire un’Europa libera, unita e pacifica.
L'eredità pacifista di papa Francesco
Con l’enciclica Laudato si’ papa Francesco ha dato voce anche al pensiero ecologista. E nella foto con padre Alex Zanotelli, entrambi sotto la bandiera della pace, ci lascia un messaggio chiaro: il nostro compito è raccogliere e far vivere questa eredità.
Difesa civile disarmata: parte un corso di formazione!
Dal 12 maggio 2025 parte un corso online promosso da World BEYOND War sulla Difesa Civile Disarmata (UCD). Un modo concreto per conoscere e praticare strategie nonviolente di protezione delle comunità in situazioni di conflitto.
Appello GDAMS 2025 per fermare l'aumento delle spese militari
Fino al 27 aprile si raccolgono firme per l’appello GDAMS 2025: un invito globale a ridurre la spesa militare e a investire nella pace e nella giustizia climatica. Un gesto semplice, ma importante, per cambiare rotta.
Un mondo ferito che chiede risposte
Il bilancio di un anno: genocidio a Gaza, guerra in Ucraina, conflitti in Sudan, Congo e in oltre 30 altri Paesi, soprattutto nel Sud Globale. Una chiamata a rafforzare il diritto internazionale, la mediazione e la nonviolenza.
Lecce, corteo del 26 aprile contro il riarmo e il genocidio
Sabato 26 aprile, Lecce ha detto NO alla guerra, NO al genocidio e NO al riarmo.
Alle 17.00 è partito un corteo molto partecipato per denunciare le atrocità che continuano a Gaza: più di 51.000 vittime civili, tra cui donne e bambini affamati, assetati, privati della loro casa.
Gli organizzatori hanno lanciato un appello.
"Impossibile restare indifferenti, di fronte a una delle pagine più buie della storia del genere umano", queste le loro parole.
Sotto accusa anche la corsa folle al riarmo, spinta dai mercanti di armi.
“Crimea? Colpa di Obama” – Secondo il presidente Usa Trump la responsabilità della perdita della Crimea ricade sul predecessore democratico Barack Obama: “La Crimea è andata ai russi. È stata consegnata loro da Barack Obama, non da me – ribadisce il presidente – Se la sarebbero presa da me come hanno fatto con Obama? No, non sarebbe successo. La Crimea, se fossi stato presidente, non sarebbe stata presa”.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/25/ucraina-trump-crimea-obama-russia-zelensky/7965169/
Allegati
L'ora più buia dell'Europa che si riarma e minaccia
Pino Arlacchi
Fonte: Il Fatto Quotidiano 27.4.202554 Kb - Formato odt
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