Mille passi per la democrazia
Per mio padre che ha 95 anni non è stato facile oggi percorrere i mille piccoli passettini che doveva fare per giungere al seggio della scuola media Colombo. Ma ha rifiutato la macchina. "Oggi si va a piedi", ha detto. E, nonostante l'affanno, ce l'ha fatta. Splendidi i poliziotti al seggio che gli hanno offerto subito una poltroncina per riposarsi. La poliziotta lo ha baciato prima di andare via.
Per lui votare oggi è un gesto naturale. Ci ha messo un'ora e tre quarti per partire da via Argentina e arrivare al suo seggio in via Medaglie d'Oro, scuola media Colombo di Taranto, e tornare indietro a casa sua. Mille piccoli passi all'andata e mille piccoli passi al ritorno per votare al referendum. Una sosta tecnica all'andata e una al ritorno all'ombra di una tettoia verde, sulla panchina a riposarsi. E poi una lunga sosta al seggio a parlare con i poliziotti che gli hanno portato una poltroncina per sedersi. Una boccata d'aria e una di democrazia.
Appena arrivato al seggio aveva un po' di fiatone. Ma non voleva essere portato in auto. Una questione di coerenza nel giorno in cui si vota sulle trivellazioni.
Mio padre ha partecipato alla Resistenza nella brigata Garibaldi. Per salvarsi la vita ha dovuto nascondersi anche dentro una botola segreta quando arrivavano i tedeschi per fare i rastrellamenti.
Mai mi ha detto che non bisognava andare a votare. Dopo 20 anni di fascismo ha sempre considerato sacro il voto.
Ha fatto tutto il percorso aggrappandosi alla mia spalla e poggiandosi su quella di mia mamma.
Quando siamo tornati a casa ha detto: "Avete visto che ce l'abbiamo fatta anche senza la macchina?"
Oggi, 17 aprile 2016.
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