I movimenti pacifisti dall'Ottocento al Novecento.

L'evoluzione del pacifismo

I movimenti pacifisti sono diventati lievito di speranza e la loro attività si è intrecciata con altri movimenti: per i diritti civili, per l’emancipazione della donna, per i diritti umani, per l’autodeterminazione dei popoli e per la difesa dell’ambiente.
Laura Tussi14 settembre 2021

I movimenti per la pace

I movimenti pacifisti: origini e sviluppi

L'Ottocento pacifista

Il pacifismo come corrente di idee e movimento finalizzato a prevenire e contrastare la guerra è nato nel corso dell’Ottocento.

La questione della pace e della guerra fino all’Ottocento è stata esclusiva prerogativa dei capi di Stato, monarchi più o meno assoluti.

È nell’Ottocento che privati cittadini si cominciano ad associare per provare a dire la loro sulla questione Pace.

Non più tema esclusivo per letterati, filosofi, autori che hanno scritto contro la guerra e i suoi errori e orrori,  invocando la pace, pure presenti in ogni tempo.

Il grande contributo dei quaccheri e della borghesia illuminata

Quelle che si possono definire le prime associazioni pacifiste sorsero promosse dai quaccheri a New York, Filadelfia, Boston, nel 1815.

Il pacifismo dei quaccheri si ispirava a George Fox che nel 1651 aveva rifiutato un incarico militare e il suo diniego passò alla storia.

Le Società per la pace

Nasce quindi negli Stati Uniti la Società della pace di New York cui seguì nel 1816 in Inghilterra la Società per la promozione della pace permanente e universale, costituita perlopiù da gruppi provenienti dalla borghesia liberale e intellettuale.

Negli Stati Uniti il movimento elaborò varie proposte tra cui un collegio arbitrale sul modello del diritto privato per risolvere le controversie internazionali cioè con l’arbitrato, una metodologia alternativa e un sistema di risoluzione delle controversie.

Nell’Europa continentale la prima associazione pacifista è considerata la Società della pace nel 1830 con alla base non solo motivazioni religiose, ma anche politiche ed economiche nella sua opposizione alla guerra.

Diversi congressi si tennero negli anni successivi: a Londra, a Bruxelles, Parigi, Francoforte.

Quello di Parigi, Il Congresso degli amici della Pace, è considerato il primo congresso internazionale del pacifismo. All’ordine del giorno l’arbitrato, il disarmo, il congresso delle nazioni, circa 600 i partecipanti, celebre il discorso di Victor Hugo “verrà un giorno...” per una unione dell’Europa, appello per l’educazione alla pace. 

La pace

La nascita delle Leghe per la pace

A Parigi nasce la Lega internazionale permanente della pace da gruppi liberali e borghesi che sostenevano la pace quale interesse nazionale per favorire i commerci tra i popoli. A Ginevra invece si tiene il congresso costitutivo della Lega internazionale della pace e della libertà con orientamento più radicale e con significativa presenza femminile: i fondatori sono radicali, democratici, anarchici, liberali, socialisti.

Notevole la risonanza: diecimila i partecipanti, presidenza di Giuseppe Garibaldi, presenza di Victor Hugo e Bakunin.

Il programma prevedeva la creazione degli Stati Uniti d’Europa, l’eliminazione degli eserciti permanenti da sostituire con le milizie popolari, il diritto al lavoro e all’istruzione, l’autodeterminazione dei popoli. È il filone democratico e radicale del pacifismo di quei tempi e in seguito si farà strada il pacifismo operaio e socialista.

Il termine delle Leghe che contrastavano la guerra

Le due Leghe per la pace terminano la loro esistenza con la guerra franco-prussiana del 1870, dopo aver svolto comunque un ruolo non inutile nell’Europa del tempo: voci dissonanti e di speranza nell’Europa del colonialismo e dell’imperialismo, che parlava di pace e invece, al contrario, preparava la guerra.

Negli anni successivi ci fu una notevole ripresa del pacifismo sul vecchio continente: nacquero oltre cento associazioni con migliaia di aderenti. Un ruolo particolarmente rilevante svolse la partecipazione femminile e ancora l’arbitrato il disarmo, con l’abolizione della leva obbligatoria, i temi centrali tra l’ottocento e il novecento.

La prima e la seconda guerra mondiale: tragedia per il pacifismo

Mentre già comparivano minacciose all’orizzonte le nubi della guerra, il pacifismo si preparava a una drammatica battuta d'arresto.

La guerra per il predominio in Europa che si scatenerà da lì a pochi anni. Il pacifismo è travolto assieme al resto. Sarà una dura, tragica sconfitta.

Ma proprio dalla immane carneficina e tragedia della prima guerra mondiale, la necessità dell’impegno contro la guerra avrà nuovi impulsi e sarà più urgente che mai.

Fascismo e nazismo faranno strame di qualsiasi pacifismo e saranno tempi duri per tutti i pacifisti. Infatti in Germania nel 1933 saranno messe proprio fuorilegge le associazioni pacifiste.

L'impegno pacifista dal dopoguerra all'attualità

Dal 1945 a livello internazionale varie sono state le fasi della mobilitazione dei movimenti pacifisti di massa contro l’atomica e i rischi della guerra nucleare; contro la guerra in Vietnam; contro i nuovi missili nucleari dell’est e dell’ovest; contro la prima guerra del Golfo; contro la guerra infinita del dopo 11 settembre 2001.

Così i movimenti pacifisti diventano lievito di speranza e si intrecciano con altre realtà, associazioni e con altri movimenti: per i diritti civili, per l’emancipazione della donna, per i diritti umani e per l’autodeterminazione dei popoli, contro il nucleare civile e militare e per la difesa dell’ambiente.

 

Approfondimenti sul pacifismo:

  • Pallotti V., Cinquant’anni di pace in Europa: eventi e immagini, a cura del centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale, Bologna
  • Pallotti V., Perché? Guerra, corsa agli armamenti. Catalogo della mostra del manifesto contro... per una cultura di pace e nonviolenza, Bologna 
  • Pallotti V., Camminare per la pace. Marce e cammini per la pace e la nonviolenza, Comune di Casalecchio di Reno - Casa per la pace “la filanda”, Bologna 2009

 

Approfondimenti:

  • Elorza, Documenti e discorsi del militare ingenuo, San Sebastian
  • Erasmo da Rotterdam, Contro la guerra, a cura di F.Gaeta, L’Aquila 
  • Trattato sulla tolleranza, a cura di Palmiro Togliatti, Editori Riuniti Roma

 

Bibliografia ragionata:

  • AA.VV. , Bandiere di pace, Chimienti, Taranto
  • Aron, Pace e guerra tra le nazioni, tr.it. Comunità, Milano
  • Balducci E., Vinceremo noi pacifisti. Fosse anche tra mille anni, in L'Unità, 6 Marzo 1991
  • Bartels, L'Europa dei movimenti per la pace, in Giano n. 4/1990
  • Battistelli, Sociologia e guerra. Il problema della guerra nelle origini del pensiero sociologico, Archivio Disarmo, Roma
  • Bello Don Tonino, Alfabeto della vita, Paoline, Milano 2009
  • Bobbio, Il problema della guerra e le vie della pace, Il Mulino, Bologna
  • Collotti, G. Di Febo, (a cura di), Contro la guerra. La cultura della pace in Europa (1789-1939), Dossier Storia, Giunti, Firenze
  • Rochat G., L'Antimilitarismo oggi in Italia, Claudiana, Torino
  • Taylor, English History 1914-45. Oxford University Press

 

Riflessioni sulla contemporaneità:

  • Pugliese F., Abbasso la guerra. Persone e movimenti per la pace dall'800 a oggi, Grafiche futura, Mattarello - Trento
  • Pugliese F., I giorni dell'arcobaleno. Diario- cronologia del movimento per la pace, prefazione di Alex Zanotelli, Futura, Trento
  • Pugliese F., Per Eirene. Percorsi bibliografici su pace e guerra, diritti umani, economia sociale, Forum Trentino per la pace e i diritti umani, Trento
  • Pugliese F., Carovane per Sarajevo. Promemoria sulle guerre contro i civili, la dissoluzione della ex Jugoslavia, i pacifisti, l'ONU (1990-1999), Prefazione di Lidia Menapace, Introduzione di Alessandro Marescotti, Alfonso Navarra, Laura Tussi
  • Manifesti raccontano...Le molte vie per chiudere con la guerra,a cura di Vittorio Pallotti e Francesco Pugliese, Recensione di Laura Tussi, Prefazione di Peter Van Den Dungen, coordinatore generale della Rete Internazionale dei Musei per la Pace e Joyce Apsel, Università di New York
  • Strada G., Ma l'abolizione della guerra non è un'utopia di sinistra, in La Repubblica, 2006

 

Analisi:

  • Branson, M. Haienemann, L'Inghilterra degli anni Trenta, Laterza Bari
  • Ceadel, Pacifismi in Britain, Oxford University Press

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