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«Il raddoppio Eni slitta al 2010»

«Nella documentazione che presenteremo per ottenere l'autorizzazione integrale ambientale (Aia) c'è un riferimento all'ampliamento della raffineria.
12 aprile 2008
Vito Fatiguso
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Vista aerea di una raffineria BARI — Tuttavia, l'iter autorizzativo dell'investimento segue una via autonoma. Stiamo lavorando per adempiere alle normative, ma i tempi dovranno essere rivisti. Contiamo di partire entro il 2010». È quanto afferma Gaetano De Santis, direttore dello stabilimento Agip di Taranto ieri a Bari per la firma dell'accordo di programma sull'Aia.

La controllata Eni ha in programma un investimento da un miliardo per ampliare il plesso jonico e costruire un oleodotto in grado di portare la materia prima alla Polimeri Europe di Brindisi (anch'essa controllata dalla multinazionale italiana dell'energia). L'intervento era stato inserito nel piano triennale, ma in attesa delle necessarie autorizzazioni dovrà essere posticipato.

«Confermiamo la volontà di ampliare l'attività - prosegue De Santis salvaguardando l'ambiente. La nostra azienda è l'unica in Europa ad aver ottenuto la certificazione Emas. Si tratta di un passo importante: significa che gli impianti utilizzano continuamente le migliori tecnologie possibili realizzando l'abbattimento delle emissioni».

All'Agip di Taranto il processo d'innovazione tecnologica è costante.
Nel 2009, infatti, entrerà in funzione un impianto per la produzione di gasolio con meno di 10 parti per milione di zolfo. Una «novità» volta a migliorare le prestazioni dei motori e ridurre gli inquinanti. L'intervento ammonta a 300 milioni. Sulla necessità di sbloccare l'iter autorizzativo del mega-investimento Eni era scesa in campo, all'inizia di gennaio scorso, Confindustria Taranto seguita dalla rappresentanza regionale.

Il presidente delle imprese joniche, Luigi Sportelli, aveva richiamato la Regione a non ostacolare il processo di crescita dell'economia locale dato che Eni aveva presentato un piano che riduceva i fattori inquinanti. «Con l'ampliamento - conclude De Santis - effettueremo un salto di tecnologia di quarant'anni».

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