AIA Ilva, le osservazioni tecnico-giuridiche di PeaceLink
Documento presentato da PeaceLink
Osservazioni tecnico-giuridiche nell'AIA
Vi è un equivoco di fondo quando si dice "mettere a norma" gli impianti
dell'Ilva. Che cosa significa infatti "mettere a norma"?
L'AIA prevede che una fabbrica sia autorizzata se adotta le BAT, ossia le
migliori tecnologie disponibili. Ma "disponibili" vuol dire che sono nella
disponibilità economica dell'imprenditore.
Il dlgs 59/2005 definisce così il significato di "disponibili":
disponibili: le tecniche sviluppate su una scala che ne consenta
l'applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente valide
nell'ambito del pertinente comparto industriale, prendendo in
considerazione i costi e i vantaggi, indipendentemente dal fatto che siano
o meno applicate o prodotte in ambito nazionale, purche' il gestore possa
avervi accesso a condizioni ragionevoli;
Una tale definizione di "disponibile" porta a subordinare l'efficacia
tecnica alle ragioni della "ragionevolezza economica".
Ilva fa riferimento a questo aggettivo ("disponibile") per dire che ha
scelto fra le varie tecnologie quella che più le sembra idonea alla
propria “disponibilità economica” e ha già detto in passato che è già
dotata delle BAT, ossia delle migliori tecnologie disponibili.
La nostra risposta è pertanto che occorre andare OLTRE le migliori
tecnologie disponibili per parlare di adozione delle migliori tecnologie
in assoluto, ossia quelle a cui fa riferimento la perizia
chimico-tecnologica commissionata dal GIP dott.ssa Patrizia Todisco..
La perizia valuta un "range" di soluzioni tecnologiche, ossia un
intervallo di valori emissivi evidenziando di quanto - rispetto alle
migliori performance ambientali - si discosti l'attuale livello emissivo
degli impianti Ilva.
Come fare in modo che l'AIA adotti le migliori tecnologie in assoluto?
Come poter dire che la "messa a norma" degli impianti significhi
l'adozione delle migliori tecnologie in assoluto?
La risposta sta nell'articolo 8 della normativa sull'AIA (dlgs 59/2005)
che è stato trasfuso nel Codice dell'Ambiente (dlgs 152/2006).
Ecco il testo.
Dlgs 59/2005 sull'AIA
Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59
Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e
riduzione integrate dell'inquinamento
Art. 8. Migliori tecniche disponibili e norme di qualità ambientale
1. Se, a seguito di una valutazione dell'autorità competente, che tenga
conto di tutte le emissioni coinvolte, risulta necessario applicare ad
impianti, localizzati in una determinata area, misure più rigorose di
quelle ottenibili con le migliori tecniche disponibili, al fine di
assicurare in tale area il rispetto delle norme di qualità ambientale,
l'autorità competente può prescrivere nelle autorizzazioni integrate
ambientali misure supplementari particolari più rigorose, fatte salve le
altre misure che possono essere adottate per rispettare le norme di
qualità ambientale.
Questo articolo è stato COMPLETAMEMNTE DISATTESO DALLA AIA rilasciata
all'Ilva nel 2011.
Dalla perizia dei chimici risulta infatti che le tecnologie dell'Ilva non
rientrano nelle migliori BREF (Bat Reference), ossia nelle migliori
tecnologie in assoluto. In alcuni casi le tecnologie adottate sono fuori
dal "range" delle Bref, e questo è gravissimo, perché vuol dire che i vari
tecnici della Commissione Aia, compresi quelli degli enti locali, non
hanno vigilato, o hanno vigilato al contrario, come sembra emergere dalle
intercettazioni, dove compaiono alcuni nomi.
Ed ecco le prestazioni ambientali degli impianti dell'Ilva, raffrontate
con le BREF.
COKERIA
Emissioni non convogliate delle polveri nel processo di cokefazione:
1 g/t è il valore minimo Bref (la prestazione con la migliote tecnologia)
69.6 g/t è il valore stimato dal gestore post-intervento AIA
17,2 g/t è l'inquinamento massimo consentito dalle Bref
Ossia: le emissioni della cokeria dell'Ilva con l'AIA sarebbero circa 70
volte superiori a quanto consentirebbe la migliore tecnologia!
E' sorprendente che i tecnici della Commissione AIA e degli enti locali abbiano
consentito uno sforamento di questo genere autorizzando un impianto che è stato poi sequestrato dalla Magistratura.
Le caratteristiche dell'impianto autorizzato contrastano con quanto previsto dal dlgs 59/2005 (normativa AIA). Infatti con l'AIA possono essere autorizzate solo le migliori tecnologie disponibili!
Se si considerano le emissioni orarie (Kg/h valori di massa) la cokeria
avrebbe emissioni circa 20 volte superiori
minimo Bref 0,65 kg/h
valore misurato dal gestore Ilva 12,6 kg/h
La commissione AIA inoltre ha autorizzato una cokeria a 300 metri dal centro abitato quando una cokeria – anche se dotata di BAT recenti - non è in grado di scendere sotto 1 ng/m3 di benzo(a)pirene nel raggio di 1700 metri, come ha documentato PeaceLink nelle proprie osservazioni presentate per l'AIA del 2011.
Molto chiari sono infatti i risultati degli studi riportati in Atmospheric Environment 43 (2009) 2070–2079. Lo studio è stato condotto da Diane Ciaparra (Corus Research, Development and Technology, UK), Eric Aries (Corus Research, Development and Technology, UK), Marie-Jo Booth (Corus Research, Development and Technology, UK), David R. Anderson (Corus Research, Development and Technology, UK), Susana Marta Almeida (ISQ, Portogallo), Stuart Harrad (Division of Environmental Health & Risk Management, Public Health Building, School of Geography, Earth & Environmental Sciences, University of Birmingham, UK).
A conferma del fattore “distanza” e delle criticità della cokeria di Taranto, c'è anche uno studio scientifico svolto a Genova che conferma quanto sopra asserito dai tecnici della Corus Research per il benzo(a)pirene:
a Genova il benzo(a)pirene è diminuito fra il 92 e il 97% quando hanno spento la cokeria, come documenta questa ricerca scientifica coordinata dal dott. Federico Valerio:
http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/10962247.2012.693055?journalCode=uawm20
Appare del tutto evidente che la cokeria dell'Ilva non possa ottenere – anche per ragioni di distanza, oltre che per ragioni tecniche – l'Autorizzazione Integrata Ambientale, e che l'unica soluzione per abbattere le emissioni di benzo(a)pirene - rimuovendo il pericolo segnalato dalla Magistratura – sia la chiusura dell'attuale cokeria da cui deriva il sistematico sforamento del valore di 1 ng/m3 di benzo(a)pirene nel quartiere Tamburi di Taranto.
IMPIANTO DI AGGLOMERAZIONE
Particolarmente grave è la situazione del camino E312 che - benché abbia
attirato l'attenzione per le emissioni di diossina - è tuttavia fuori
dalle BREF per le polveri/orarie:
Differenza in massa delle polveri emesse tra i valori misurati e quelli
di riferimento del BRef-BAT Conclusions della Fase di processo
Sinterizzazione:
Minimo Bref 3,4 kg/h
Misurato dal gestore Ilva 85,5 kg/h
Massimo Bref 51 kg/h
Come si vede le emissioni di polveri di quel camino (noto per emettere
diossina) si attestano su quantitativi orari di polvere 25 volte superiori
rispetto ai minimi emissivi consentiti con la migliore tecnologia.
DEPOLVERAZIONE CAMINI E 314 ED E 315
Il sistema di depolverazione secondaria dei camini E 314 ed E 315 si pone
anch'esso al di fuori delle BREF:
55,57 kg/h misurato dal gestore Ilva
Massimo Bref 17 kh/h
ALTOFORNI
Per l'altoforno le cose non vanno benissimo, in quanto le prestazioni si
collocano nella fascia peggiore delle Bref:
Altoforno, fase processo di caricamento
minimo Bref kg/h polveri 2,14
misurato dal gestore 29,88
massimo Bref 31,97
Come si vede si potrebbero ottenere emissioni orarie 14 volte inferiori
con la migliore tecnologia.
E anche nella fase di colaggio ghisa e loppa le prestazioni sono
inaccettabili, se si fa riferimento all'art.8 del dlgs 59/2005, visto
prima. Infatti:
minimo Bref 0,42 g/t di ghisa
misurato dal gestore Ilva 40,1 g/t
massimo Bref 41,95 g/t
In poche parole se venisse adottata la migliore tecnologia in questa fase,
avremmo una diminuzione delle emissioni orarie di 95 volte. E la
commissione AIA ha approvato!
ACCIAIERIE
L'acciaieria ha emissioni di polveri anch?essa inaccettabile. Fuoriesce
dal range delle Bref il rapporto grammi di polvere per tonnellata di
acciaio:
Acciaieria, emissioni polveri
minimo bref 14 g/t di acciaio
massimo bref 143 g/t
stimato dal gestore Ilva post interventi 218,68 g/t
I valore di emissioni dell'acciaieria è ben 15 volte superiore a quello
consentito dalla migliore tecnologia.
Di tutte queste sviste ne dovranno rispondere i componenti della
Commissione AIA, e in particolare quelli che dovevano rappresentare il
Comune, la Provincia e la Regione, per non aver tutelato gli interessi
della popolazione. Ma ne dovranno rispondere anche i decisori politici, a
cui spetta il compito di prendere le decisioni ultime e - se hanno scelto
tecnici compiacenti o disattenti o negligenti - ne rispondono anche essi
per non aver vigilato o per aver condiviso scelte che la magistratura ha
“bollato” come contrarie alla salute.
Quindi la nostra richiesta deve essere: applicare l'art. 8 del dlgs
59/2005 e quindi applicare le migliori tecnologie (quella indicate con
grande precisione nell'ordinanza del GIP Todisco).
La loro adozione può prevedere un cronoprogramma, ma a PRODUZIONE FERMA e impianti accesi. TECNICAMENTE SI POSSONO TENERE GLI IMPIANTI IN STAND BY, li si può fermare da un punto di vista produttivo senza che si
distruggano, esattamente come si fa quando li si ferma per le
manutenzioni. Solo che in questo caso si tratterebbe di rifacimento
secondo i migliori standard previsti dalle Bref.
Inoltre vi sono queste osservazioni.
SCARICO MATERIE PRIME AL PORTO
Gli sporgenti dell'Ilva sono stati sequestrati dalla magistratura per l'inquinamento del mare, del suolo e dell'aria, prodotto nelle fasi di scarico e trasferimento sui nastri trasportatori, che sono scoperti per la maggior parte del tragitto. La situazione è diventata ancora più critica dopo l'autorizzazione dello scarico del pet-coke, reso possibile dall'AIA del 2011.
La nostra richiesta – in linea anche con la posizione dell'Arpa Puglia - è Ilva non possa ricevere l'AIA se non adotta procedure di scarico e trasferimento nei nastri trasportatori che avvengano in ambienti coperti e senza provocare la dispersione delle materie prime.
PARCHI MINERALI
Le analisi sui campioni prelevati il 16 febbraio 2001 dai periti della Procura all'interno dei parchi minerali e il 23 novembre 2011 nell'area perimetrale dello stabilimento Ilva, sul lato interno, evidenziano la presenza di composti inorganici aerodispersi prevalentemente a base di Ferro e Ossidi di Ferro, con presenza di tracce di metalli pesanti (in particolare arsenico) e addirittura di diossine e furani, nonché di PCB, oltre a piombo, vanadio e nichel (nel campione nelle adiacenze dei parchi minerali).1
La situazione è diventata ancora più critica dopo l'autorizzazione dello stoccaggio del pet-coke nei parchi minerali, reso possibile dall'AIA del 2011.
Le dichiarazioni del Procuratore della Repubblica dott. Franco Sebastio sul parco minerali dell'Ilva di Taranto fanno chiarezza su un "papocchio" che - complici i decisori politici - si trascina da troppo tempo. Il Procuratore Capo ha dichiarato infatti: "Innaffiare i parchi minerali è inutile e anzi dannoso". E ha precisato: "In assenza di un sistema di scolo convogliato e impermeabile, provoca inquinamento ulteriore: Dobbiamo aggiungere un'alta ipotesi di reato?"
La nostra richiesta – in linea anche con la posizione dell'Arpa Puglia - è Ilva non possa ricevere l'AIA se non adotta una copertura idonea dei parchi minerali.
Non va dimenticato infine il parco minerali. L'acciaio a Dangjin, nella
Corea del Sud, si fa con i parchi minerali coperti. Nelle intercettazioni
telefoniche appare chiara la preoccupazione dell'Ilva per i parchi e non a
caso il Sindaco non ha prescritto la copertura. E neppure Vendola e
Florido.
MISE FALDA SUPERFICIALE E PROFONDA
L'AIA dell'Ilva deve prevedere la messa in sicurezza di emergenza (MISE) della falda sottostante e la bonifica, come presito dalla Conferenza dei Servizi:
http://www.peacelink.it/ecologia/a/36464.html
Per PeaceLink
Ing. Carlo Gubitosa
Dott,ssa Lidia Giannotti
Prof. Alessandro Marescotti
www.peacelink.it
1Si rimanda all'ordinanza del Tribunale del Riesame.
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