Il Belgio è stato in prima linea nella richiesta di sanzioni UE e ha chiesto la fine del sostegno militare ruandese alle milizie M23 che hanno invaso il Congo. Nel comunicato del governo ruandese si legge: "Il Ruanda non sarà vittima di bullismo o ricatto per compromettere la sicurezza nazionale".
La guerra in Nord Kivu ha già fatto in pochi giorni almeno 3.000 morti secondo stime Onu. Occorrono fatti: «L’Ue deve cancellare il protocollo d’intesa sulle materie prime critiche firmato nel 2024 con il Ruanda», un paese che nel sottosuolo non ha queste risorse e le estrae in Congo illecitamente.
Il Congo, ricchissimo di terre rare, è devastato da milizie sostenute dal Ruanda, che invadono e saccheggiano il Paese con la complicità tacita delle potenze occidentali. Ma a Bruxelles nessuno parla di "invasori" e "invasi". Nessuna condanna, nessuna sanzione.
l governo congolese e le Nazioni Unite - riferisce oggi l'agenzia DIRE - denunciano il coinvolgimento diretto dell'esercito del Ruanda nel sostegno ai ribelli dell'M23. Le motivazioni? L’accesso ai giacimenti di coltan, cobalto e rame, risorse essenziali per l’industria elettronica globale.
4 febbraio 2025 - Redazione PeaceLink
La rete denuncia l'atteggiamento dell’Unione Europea, accusata di sostenere il regime ruandese
Una gravissima violazione del diritto internazionale e dell’integrità territoriale della Repubblica Democratica del Congo. L’occupazione della città e dell’intera provincia del Nord-Kivu – non è casuale: qui si concentra l’80% del coltan mondiale, minerale essenziale per l’industria tecnologica
Dallo sterminio alla riconciliazione e alla ricostruzione: fotografie di un Paese africano che prova a rivivere garantendo ai cittadini giustizia e sanità.
Mentre resiste all’attuazione degli accordi di partenariato economico tra Unione Europea e Paesi africani.
L’Italia lo sta accogliendo con tutti gli onori e il presidente del consiglio gli consegna un premio contro la pena di morte. Nigrizia è sorpresa: che non si tocchi un caino, d’accordo, ma che lo si premi…
Il presidente Kagame continua ad applicare una politica aperta verso l’estero, con iniziative volte alla cooperazione con altri paesi, e con una politica interna caratterizzata da un accentramento dei poteri verso la sua persona.
Le origini e le cause della ribellione sono poco chiare, ma si sospetta fortemente che sia stata appoggiata dal Ruanda. Il Ruanda potrebbe perfino aver inviato delle truppe nella RDdC...
Il Rwanda è sicuramente testimone di questo fatto, con il suo genocidio di 10 anni fa, con le sue guerriglie in Congo e scaramucce con l'Uganda. In questo momento a Nyarurema (nord del Rwanda) vi sono alcuni italiani, tra cui una dottoressa di Lucca, che esercita all'ospedale di Pisa: Roberta Arena. Ecco le sue impressioni sulla situazione del centro di sanità locale, un piccolo spaccato di questo paese.
A dieci anni dai fatti del 1994, il genocidio, la guerra e l’Hiv/Aids hanno prodotto una generazione di bambini orfani che vivono in condizioni disperate e sono soggetti ad abusi e sfruttamento.
Parla lo scrittore e giornalista senegalese Boubacar Boris Diop, autore di un romanzo sul genocidio tutsi in Ruanda: «A che serve essere un intellettuale africano se per tre mesi possono nasconderti un genocidio sul tuo continente?»
E punta il dito sulla «cattiva» informazione di marca francese, diffusa in Africa durante lo sterminio di oltre un milione di tutsi e hutu moderati.
Cittadini che sappiano distinguere consapevolmente la verità dalla propaganda sono cittadini che guidano la politica senza farsi guidare e che controllano il potere senza farsi controllare. Centrale è l'educazione al pensiero critico e il principio di speranza che deve alimentare i movimenti civici.
A Taranto sembra prevalere la tattica di rinviare il passaggio all’acciaio “verde” ad un lontano futuro, magari responsabilità di altri affidando alla vigente autorizzazione integrata ambientale dello stabilimento ILVA il proseguimento di un’attività siderurgica svantaggiosa, inquinante e funesta.
12 settembre 2025 - Roberto Giua (chimico ambientale)
Podcast multilingue della poesia "Se dovessi morire", del poeta palestinese Refaat Alareer, assassinato durante i bombardamenti israeliani assieme a 6 membri della sua famiglia. Un progetto di Demospaz, l'Istituto per i Diritti Umani, la Democrazia, la Cultura di Pace e della Non Violenza.
12 settembre 2025 - Maurizio Montipó Spagnoli (Demospaz)
Durante l’incontro del 26 agosto con le sindacaliste e colleghe dell’Organizzazione Regionale di Odessa del Sindacato dei lavoratori dell’Istruzione e della scienza dell’Ucraina ho avuto un fitto scambio di informazioni e commenti.
L’Osservatorio era nato con l’obiettivo di rendere pubblici e facilmente accessibili tutti i dati, le relazioni, i documenti e i provvedimenti inerenti le questioni ambientali e sanitarie di competenza o nella disponibilità del Comune di Taranto.
Sociale.network