Quanta diossina c'è nel nostro sangue? E nel nostro formaggio?
"Latte alla diossina, allarme a Taranto". Con questo titolo in prima pagina il quotidiano locale "Taranto Sera", uno dei più letti in città, ha "gridato" la notizia di un gregge di circa 300 tra pecore e capre che "è stato avvistato mentre pascolava nei terreni adiacenti alla zona industriale di Taranto, dove l'erba è satura di sostanze inquinanti". Recentemente sono stati rinvenuti dall'Arpa Puglia nel terreno circostante l'area industriale valori significativi di diossina e in particolare di Pcb, classificabili come diossino-simili, per un valore accertato di 10214,9 nanogrammi per chilogrammo di terreno (ndr vedi lancio del 06/02/08).
Paventando un rischio di inquinamento del latte e dei formaggi il consigliere comunale di Statte Vincenzo Conte (Verdi) ha allertato le autorità sanitarie e politiche segnalando la possibilità che quel gregge, pascolando nella zona limitrofa all'area industriale, si sia contaminato. "Se a Napoli negli ultimi giorni le cronache hanno documentato la presenza di diossina nel latte materno - ha affermato lo stesso Conte - mi chiedo in quale percentuale tale sostanza nociva potrebbe essere rinvenuta nel latte prodotto dagli animali di questo gregge, latte che finisce inevitabilmente nella nostra catena alimentare". Il consigliere di Statte ha messo al corrente il presidente della Provincia Gianni Florido nonché i sindaci di Taranto e Statte. La zona in cui si è svolto il fatto riguarda infatti la strada che unisce i due comuni. Conte ha chiesto l'emanazione di un'ordinanza che vieti al più presto qualsiasi tipo di pascolo nelle zone troppo vicine agli impianti del centro siderurgico.
Intanto sulla vicenda la Questura di Taranto ha aperto un'indagine al fine di individuare i pastori che lasciano pascolare i loro greggi nella strada che da Taranto porta a Statte. Inoltre è stata richiesta la collaborazione dei medici del Dipartimento di prevenzione dell'Azienda sanitaria tarantina affinché, individuato il gregge, effettuino i dovuti esami sugli animali. In questo modo si potrà accertare se, attraverso la loro carne, il loro latte o i formaggi derivati, la salute dei consumatori possa essere in pericolo.
Il Comitato per Taranto, un gruppo locale ambientalista, aveva già richiesto a tutte le autorità competenti - finora senza ottenere risposta - quali analisi fossero state svolte per escludere la presenza nel latte di diossine e Pcb. Tale richiesta nasceva dalla notizia che a Brescia alcuni campioni di latte fossero risultati contaminati. A Brescia il Sindaco, Paolo Corsini, il 27 dicembre 2007 ha emanato una nuova ordinanza che vieta l'uso dei terreni della zona inquinata dall'azienda Caffaro, produttrice dell'apirolio (contenente Pcb) che è stato inviato negli scorsi decenni nel centro siderurgico di Taranto e nell'area industriale. Ma mentre a Brescia sono stati posti dei divieti cautelativi di coltivazione e pascolo nelle aree più compromesse, attualmente a Taranto non c'è alcun divieto di tal genere attorno all'area industriale.
L'allarme lanciato dal quotidiano "Taranto Sera" aumenta l'attesa attorno alla conferenza in cui sabato prossimo a Taranto alcuni fra i massimi esperti nazionali di diossina, insieme all'associazione TarantoViva (organizzatrice dell'evento), commenteranno i dati sulla presenza nel sangue di alcuni tarantini di diossina e Pcb. (dm)
Allegati
I dieci comandamenti
PeaceLink135 Kb - Formato pdfDieci cose da fare subito per difendere la salute. Diossina e PCB, dall'emergenza alla proposta
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