Firma anche tu la petizione per dire no al riarmo
Qui puoi firmare per dire no al riarmo
Perchè firmare?
In un momento storico in cui le tensioni internazionali sembrano riaccendere vecchi fantasmi, la scelta tra la pace e la guerra si fa sempre più urgente. La proposta della presidente della Commissione Europea di un piano di riarmo da 800 miliardi di euro, denominato ReArm Europe, rappresenta una deriva pericolosa che rischia di compromettere non solo il futuro dell’Europa, ma anche i suoi valori fondativi di cooperazione, dialogo e solidarietà. Di fronte a questa prospettiva, la campagna No al riarmo si pone come un elemento di speranza, chiedendo ai parlamentari di non fare scelte di aumento delle spese militari che potrebbero segnare il destino delle generazioni future indebitandole per i prossimi 50 anni (si pensi al costosissimo caccia di sesta generazione nell'ambito del programma militare GCAP).
Le menzogne sulle spese militari europee
La retorica della “Europa debole” e della necessità di un riarmo massiccio per fronteggiare presunte minacce esterne è una narrazione fuorviante. I dati del SIPRI e della NATO dimostrano che l’Europa, insieme al Regno Unito, spende già tre volte più della Russia in armamenti. Non siamo in una posizione di inferiorità, ma stiamo rischiando di cadere nella trappola di una corsa agli armamenti che non porta sicurezza, bensì instabilità. La storia ci insegna che i programmi di riarmo hanno portato alla prima e alla seconda guerra mondiale. L’articolo 11 della Costituzione italiana ci ricorda che il nostro Paese ripudia la guerra come strumento di offesa e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. È tempo di onorare questo principio.
Il riarmo è un furto al futuro
Ogni euro speso in armamenti è un euro sottratto ai servizi essenziali che garantiscono il benessere collettivo. Ospedali sottofinanziati, scuole con infrastrutture precarie, un welfare sempre più fragile: questa è la realtà che già viviamo. Il piano ReArm Europe rischia di aggravare ulteriormente questa situazione, caricando sulle spalle delle future generazioni un debito pubblico insostenibile e privandole di risorse fondamentali per la sanità, l’istruzione, le tutele sociali e la difesa ambientale.
L’appello ai parlamentari
Chiediamo al Parlamento italiano di respingere ogni ulteriore aumento delle spese militari e di impegnarsi per favorire il processo di pace in Ucraina, fermando l’invio di armi e ripristinando un dialogo con tutti gli attori coinvolti. È necessario riorientare gli sforzi diplomatici verso iniziative di disarmo, come il ripristino del trattato di messa al bando degli euromissili, e sostenere una una risoluzione delle controversie internazionali senza ricorrere alla guerra, che oggi favorirebbe solo il più forte.
Un’altra Europa è possibile
Un’Europa che sceglie il riarmo è un’Europa che tradisce se stessa e i suoi cittadini. La vera forza dell’Unione Europea non risiede nel suo arsenale militare, ma nella sua capacità di costruire ponti, di promuovere diritti e di garantire un futuro sostenibile per tutti. Firmiamo questa petizione, facciamo sentire la nostra voce. Perché un’Italia e un’Europa di pace sono una scelta che possiamo e dobbiamo fare oggi, per il bene di tutti.
Articoli correlati
- Confermata la presenza sul campo di forze speciali britanniche
Le operazioni segrete del Regno Unito in Ucraina
L'inchiesta giornalistica del The Times suggerisce che il sostegno del Regno Unito all'Ucraina sarebbe stato significativamente più pervasivo di quanto ammesso pubblicamente. Anche altre fonti confermano il coinvolgimento britannico nella pianificazione di attacchi alla Russia.14 aprile 2025 - Redazione PeaceLink - Albert, bollettino pacifista settimanale dal 7 al 13 aprile 2025
Il movimento pacifista italiano si mobilita contro il riarmo e la guerra
Anche questa settimana si conclude con i dati in crescendo di una strage in Ucraina causata da missili russi. Intanto l'Onu denuncia che a Gaza i 36 recenti attacchi israeliani hanno ucciso "solo donne e bambini". E l'Italia tenta di evitare i dazi USA comprando nuovi F35.13 aprile 2025 - Redazione PeaceLink - Dalla raccolta firme alla costruzione di un movimento orizzontale e partecipato
Coordinamento No Riarmo
Dopo l'annuncio del piano di riarmo da parte della Commissione Europea è scattata una mobilitazione nazionale spontanea che sta portando alla costituzione di un coordinamento nazionale e di comitati locali per chiamare a raccolta tutti coloro che vogliono dire no all'aumento delle spese militari.12 aprile 2025 - Redazione PeaceLink - Costruire convergenze per la pace
Due campagne, un’unica voce contro il riarmo
PeaceLink aderisce alla campagna Stop Rearm Europe, promossa da ARCI e da altre realtà impegnate nella difesa della pace e dei diritti umani. Al tempo stesso fa parte di una precedente mobilitazione nata subito dopo la scellerata decisione della Commissione Europea di varare il piano di riarmo.11 aprile 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network