Per i giornalisti di Repubblica al desk esteri
Libia: ecco i crimini dei “ribelli” alleati della Nato
Perché non date informazioni corrette sulla guerra in Libia? Ecco le notizie
27 agosto 2011
Marinella Correggia
Per i giornalisti di Repubblica al desk esteri
Nel vostro servizio
sulle numerose morti di feriti ricoverati nell'ospedale di Abu Slim, rimasto senza personale, date a intendere che siano stati i sosteniutori di Gheddafi a impedire l'accesso all'ospedale, quando in realtà si è trattato degli scontri. Perché fate questo, sin dall'inizio di questa guerra devastante alimentata proprio dalle menzogne?
ECCOVI DUE INFORMAZIONI:
- C'è un servizio della francese France 24 secondo il quale invece ad Abu Slim i “ribelli” alleati della Nato hanno sterminato intere famiglie di ex funzionari (anche di grado basso) che erano asserragliate in quei palazzi. La descrizione delle vendette è completata dalla cronaca dall’ospedale: dove nella notte del massacro, pochi giorni fa, sono arrivati in massa donne, bambini e anziani gravemente feriti.
- Vi segnalo inoltre il massacro di neri non armati da parte dei “ribelli” (Associated Press citato su http://www.michelcollon.info/ Massacre-de-Noirs-par-les- rebelles.html). Del resto questi episodi atroci si ripetono, da parte dei “ribelli”, fin da aprile; ma nessuno ne ha parlato perché non rientrano nella narrazione sugli “alleati locali della Nato”.
Note: I MASSACRI DA PARTE DEI “RIBELLI DELLA NATO”. MIGRANTI AFRICANI. FAMIGLIE LIBICHE SFOLLATE DALL'EST. LIBICI DALLA PARTE DEL TORTO
Marinella Correggia (26 agosto 2011)
Qualcuno lo dica a chi in Italia non si è opposto alla guerra Nato+Qatar+Arabia Saudita+Alleati locali perché “in Libia i migranti clandestini erano respinti e imprigionati”. Qualcuno dica cosa hanno fatto e ancor più stanno facendo a Tripoli i ribelli della Nato, i vincitori (non per meriti militari propri, ma grazie ai loro mercenari: i piloti dei bombardieri Nato, e i consiglieri franco-inglesi-qatarioti sul terreno; per non dire del rifornimento di armi e denaro). La caccia a uomini, donne e famiglie; quando sarebbe già criminale e immorale la caccia a un solo uomo, Gheddafi.
Vae victis. Nessuno processerà i vincitori.
MASSACRO DEI NERI
Tradurrò stanotte questo articolo ma intanto ecco qui: http://www.michelcollon.info/Massacre-de-Noirs-par-les-rebelles.
Ho sentito al telefono Mohamed del Niger che molti altri suoi amici sub-sahariani lavorava a Tripoli. Aspettano l'evacuazione. Rischiano la vita per quella “caccia al nero” che nell'Est libico è in corso da tempo e adesso è arrivata a Tripoli. Mohamed vive nel quartiere Gangji dove ieri mancava sia l'elettricità (fa molto caldo ed è impossibile raffrescarsi e conservare i cibi), sia l'acqua: “Abbiamo un pozzo in questo gruppo di case ma l'acqua non è potabile. E il rubinetto è secco. Sto andando a cercare acqua per la rottura del digiuno, dopo il tramonto”. Prospettive? “Siamo in contatto con varie ambasciate africane compresa la mia ma non sembrano essere al corrente di prossime navi dell'Organizzazione mondiale delle migrazioni. So che ieri sono partite delle persone ma non dell'Africa sub-sahariana. Non possiamo più stare qui”. Ovviamente se va bene l'Oim riuscirà a rimpatriare questi “danneggiati collaterali” dalla guerra Nato. Ad esempio in Niger, uno dei paesi più poveri del mondo, dove sono già tornati nel nulla decine di migliaia di lavoratori.
Il cristiano pakistano Nathaniel, che con la famiglia viveva a Tripoli da decenni, non è più raggiungibile.
MASSACRO DI FAMIGLIE LIBICHE
E non sono i neri le uniche categorie massacrate ora a Tripoli. L’inviato di France 24 dà conto (http://www.voltairenet.org/Les-rebelles-epurent-le-quartier-d) di come i ribelli della Nato stiano attaccando le famiglie di funzionari (anche di grado basso) che avevano a che fare con il governo. Sono state attaccate mentre erano asserragliate nel quartiere di Abu Slim. L’ospedale centrale di Tripoli, dice il cronista, è pieno di feriti, uomini, donne, bambini e anziani. E il Cnt, muto, dice France 24.
A questo proposito sono anche molto inquieta circa la sorte di tante famiglie di sfollati dall’Est libico e da Misrata. Sicuramente i ribelli della Nato li considerano dei traditori perché hanno lasciato mesi fa le zone sotto il loro controllo. Spero che la Croce rossa internazionale o chi per essa sappia di queste famiglie ora abbandonate a se stesse.
La famiglia di Noor, bambinetta di tre anni coi capelli ricci e la pelle color caffelatte, era sfollata da Derna a Tripoli con migliaia di altre, fuggite dall'Est della Libia in mano ai “ribelli”. Altre venivano da Misrata, città dell'Ovest controllata da mesi dai bengasiani, altre ancora dalle montagne Nafusa una volta prese. Famiglie filogovernative o considerate tali, impossibilitate a lavorare e fatte oggetto di minacce o violenze.
Decine di migliaia di persone si erano rifugiate in Egitto, altre a Tripoli o dintorni. Vivevano presso parenti o in strutture messe a disposizione dal governo. Fra queste un bianco villaggio vacanze per tripolini in riva al mare o quasi nel deserto, in una desolata serie di container ex domicilio di lavoratori di imprese cinesi evacuati mesi fa. Adesso probabilmente nessuno si può più occupare di loro, per il cibo, l'acqua, la sicurezza. Quelle famiglie di “sfollati dalla parte del torto” sono adesso in grave pericolo. Ci si chiede se la Croce Rossa internazionale conosca il problema.
Molti altri sfollati vivevano a Zliten (poche decine di chilometri da Tripoli), sempre ospitati in strutture lasciate vuote da compagnie straniere oppure presso parenti. Alcuni di loro avrebbero già trovato la morte la notte fra l'8 e il 9 agosto quando nel villaggio di Majer diverse bombe della Nato hanno fatto 85 morti civili.
Marinella Correggia (26 agosto 2011)
Qualcuno lo dica a chi in Italia non si è opposto alla guerra Nato+Qatar+Arabia Saudita+Alleati locali perché “in Libia i migranti clandestini erano respinti e imprigionati”. Qualcuno dica cosa hanno fatto e ancor più stanno facendo a Tripoli i ribelli della Nato, i vincitori (non per meriti militari propri, ma grazie ai loro mercenari: i piloti dei bombardieri Nato, e i consiglieri franco-inglesi-qatarioti sul terreno; per non dire del rifornimento di armi e denaro). La caccia a uomini, donne e famiglie; quando sarebbe già criminale e immorale la caccia a un solo uomo, Gheddafi.
Vae victis. Nessuno processerà i vincitori.
MASSACRO DEI NERI
Tradurrò stanotte questo articolo ma intanto ecco qui: http://www.michelcollon.info/Massacre-de-Noirs-par-les-rebelles.
Ho sentito al telefono Mohamed del Niger che molti altri suoi amici sub-sahariani lavorava a Tripoli. Aspettano l'evacuazione. Rischiano la vita per quella “caccia al nero” che nell'Est libico è in corso da tempo e adesso è arrivata a Tripoli. Mohamed vive nel quartiere Gangji dove ieri mancava sia l'elettricità (fa molto caldo ed è impossibile raffrescarsi e conservare i cibi), sia l'acqua: “Abbiamo un pozzo in questo gruppo di case ma l'acqua non è potabile. E il rubinetto è secco. Sto andando a cercare acqua per la rottura del digiuno, dopo il tramonto”. Prospettive? “Siamo in contatto con varie ambasciate africane compresa la mia ma non sembrano essere al corrente di prossime navi dell'Organizzazione mondiale delle migrazioni. So che ieri sono partite delle persone ma non dell'Africa sub-sahariana. Non possiamo più stare qui”. Ovviamente se va bene l'Oim riuscirà a rimpatriare questi “danneggiati collaterali” dalla guerra Nato. Ad esempio in Niger, uno dei paesi più poveri del mondo, dove sono già tornati nel nulla decine di migliaia di lavoratori.
Il cristiano pakistano Nathaniel, che con la famiglia viveva a Tripoli da decenni, non è più raggiungibile.
MASSACRO DI FAMIGLIE LIBICHE
E non sono i neri le uniche categorie massacrate ora a Tripoli. L’inviato di France 24 dà conto (http://www.voltairenet.org/Les-rebelles-epurent-le-quartier-d) di come i ribelli della Nato stiano attaccando le famiglie di funzionari (anche di grado basso) che avevano a che fare con il governo. Sono state attaccate mentre erano asserragliate nel quartiere di Abu Slim. L’ospedale centrale di Tripoli, dice il cronista, è pieno di feriti, uomini, donne, bambini e anziani. E il Cnt, muto, dice France 24.
A questo proposito sono anche molto inquieta circa la sorte di tante famiglie di sfollati dall’Est libico e da Misrata. Sicuramente i ribelli della Nato li considerano dei traditori perché hanno lasciato mesi fa le zone sotto il loro controllo. Spero che la Croce rossa internazionale o chi per essa sappia di queste famiglie ora abbandonate a se stesse.
La famiglia di Noor, bambinetta di tre anni coi capelli ricci e la pelle color caffelatte, era sfollata da Derna a Tripoli con migliaia di altre, fuggite dall'Est della Libia in mano ai “ribelli”. Altre venivano da Misrata, città dell'Ovest controllata da mesi dai bengasiani, altre ancora dalle montagne Nafusa una volta prese. Famiglie filogovernative o considerate tali, impossibilitate a lavorare e fatte oggetto di minacce o violenze.
Decine di migliaia di persone si erano rifugiate in Egitto, altre a Tripoli o dintorni. Vivevano presso parenti o in strutture messe a disposizione dal governo. Fra queste un bianco villaggio vacanze per tripolini in riva al mare o quasi nel deserto, in una desolata serie di container ex domicilio di lavoratori di imprese cinesi evacuati mesi fa. Adesso probabilmente nessuno si può più occupare di loro, per il cibo, l'acqua, la sicurezza. Quelle famiglie di “sfollati dalla parte del torto” sono adesso in grave pericolo. Ci si chiede se la Croce Rossa internazionale conosca il problema.
Molti altri sfollati vivevano a Zliten (poche decine di chilometri da Tripoli), sempre ospitati in strutture lasciate vuote da compagnie straniere oppure presso parenti. Alcuni di loro avrebbero già trovato la morte la notte fra l'8 e il 9 agosto quando nel villaggio di Majer diverse bombe della Nato hanno fatto 85 morti civili.
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