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In ricordo degli operai morti nell'acciaieria di Torino

Una poesia sulle morti bianche: « Il cielo rubato »

Torino, altri tre morti nell’acciaieria maledetta In fin di vita 3 operai. Taranto & Torino, la morte non è uguale. Vendola: "Bisogna responsabilizzare le aziende, bisogna far perdere finanziamenti pubblici a chi non rispetta i protocolli di sicurezza".
8 dicembre 2007

Morti Bianche: industria e servizi i settori più a rischio, Bari e Taranto le province più colpite Non templi innalzati agli Dei
Ma colonne di fumi
Veleni sputati nel cielo
Civiltà sepolte
Splendori perduti
Identità svendute
Per uno sviluppo mancato
Arrivando non senti il profumo del mare
Non ascolti più la sua voce
Il mare muore e tace
Ma quando Taras si riprende il suo cielo rubato
E splende la luna
Il mare piange i suoi figli ammazzati
Non per amore, come in Medea, ma
Per un pezzo di pane sudato di duro lavoro
Morti bianche non fantasmi
Ma figli, mariti padri, fratelli
Mandati all’inferno senza peccato.

Almerina Raimondi

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno:
"Torino, altri tre morti nell’acciaieria maledetta In fin di vita 3 operai"

Si aggrava di giorno in giorno il drammatico bilancio dell’incendio alla ThyssenKrupp, l'acciaieria maledetta che nella notte tra mercoledì e giovedì ha trasformato in torce umane sette operai. Dopo Antonio Schiavone, 36 anni, il più vicino alla linea 5 dell’impianto di trattamento termico dove si è sviluppato l’incendio, ieri mattina, poco prima delle 7, è morto Roberto Scola, 33 anni, mentre nel pomeriggio, Angelo Laurino, 43 anni, è stato stroncato da un’insuf ficienza multiorgano. In tarda serata è morto infine Bruno santino, 26 anni, ricoverato al Cto di Torino. Tutti avevano ustioni di terzo grado sul 95% del corpo.

Intanto il pm Raffaele Guariniello ha aperto due procedimenti penali paralleli: «Uno riguarda le persone fisiche responsabili dei fatti, l’altro l’impresa». Con l’aggravarsi della tragedia aumenta anche la richiesta di trovare i responsabili della tragedia: «Grazie per quello che state facendo per mio marito, tutti si danno da fare moltissimo qui in ospedale, ma io chiedo anche giustizia dalla magistratura», ha detto la moglie di Laurino al ministro Livia Turco un paio d’ore prima di avere la drammatica notizia della morte di Angelo. E la Turco ha risposto: «Noi ci siamo qui, ma anche la magistratura farà il suo dovere».

È appesa a un filo la vita degli altri 3 feriti gravissimi, di cui 2 ricoverati a Torino ed uno a Genova. All’ospedale «Maria Vittoria» lotta tra la vita e la morte Giuseppe De Masi, 26 anni; alle Molinette è ricoverato Rocco Marzo, di 54. Tutti hanno ustioni di secondo e terzo grado su oltre il 90% del corpo. Viene tenuto in coma farmacologico, all’ospedale Villa Scassi di Genova, Rosario Rodinò, 26 anni. Le prime autopsie sulle vittime saranno eseguite lunedì e martedì. Nel frattempo proseguono gli accertamenti in fabbrica per capire con precisione il punto in cui si è verificata la tragedia, la causa dell’incendio e se tutte le norme per la sicurezza sono state rispettate. Per questo motivo la Procura ha controllato tutti gli estintori dello stabilimento dopo la denuncia di alcuni operai, che hanno detto che alcuni non funzionavano. Altro aspetto da chiarire è l'operato della squadra antincendio. Non è chiaro se la notte dell’incidente la squadra antincendio fosse presente al completo nello stabilimento o se ci fosse un solo componente.

Editoriale della Gazzetta del Mezzogiorno:
"Taranto & Torino, la morte non è uguale"

Tante coincidenze segnano l’incidente mortale alle acciaierie Thyssenkrupp di Torino e le morti bianche all’Ilva di Taranto. Tante, tranne una: la risonanza del fatto a livello mediatico e politico. I morti di Torino e quelli di Taranto non sono uguali. I primi sono più morti degli altri. Basta leggere i giornali o seguire le straripanti notizie in TV. Basta osservare l’«attenzione» istituzionale di due ministri, Damiano e Turco. Il primo ha attaccato duramente le troppe ore di straordinario in fabbrica; la seconda ha convocato l’azienda lunedì prossimo. La classe operaia torinese è già sul piede di guerra. Lunedì si fermano i metalmeccanici, ma sono state proclamate anche due ore di sciopero generale. A Torino sfilerà un corteo di protesta. Ci chiediamo: perché questa reazione fortissima è mancata a luglio, quando è morto l’ultimo operaio all’Ilva di Taranto?

Il presidente della Regione Vendola commenta: «Il lavoro è tornato ad essere merce grezza». Vero, ma al Sud, evidentemente, un operaio morto è meno morto che altrove. Sembra giunto il momento di dire, sommessamente, che il lavoro non solo è merce grezza, ma nel Mezzogiorno della disoccupazione o della malaoccupazione divora persone e diritti, rappresentanza e mobilitazione. Quanti operai hanno aderito ieri allo sciopero per i fatti di Torino, seguendo l’appello dei sindacati tarantini? Il presidente della Regione, Vendola, scarica sul subappalto «il problema degli incidenti all’Ilva». Gli chiediamo se ricorda che l’ultimo morto, Domenico Occhinegro, 26 anni, lavorava al tubificio. Era, cioè, dipendente Ilva. Per lui non si sono mossi i ministri; sì e no qualche controfigura politica locale. Per lui solo fiori e l’abbraccio di chi gli voleva bene.

L'intervento di Nichi Vendola: "Responsabilizzare le aziende"

Le imprese vanno messe di fronte alle proprie responsabilità e bisogna far carico alle imprese di ogni tipo di negligenza. Quando in un’azienda non vengono rispettai i protocolli di sicurezza penso che quell'azienda debba essere sottoposta all’unica sanzione efficace che è quella della perdita dei finanziamenti pubblici, regionali, nazionali e comunitari».

Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. «Non conosco nessun altro modo per combattere l’illegalità che non sia quello di rendere conveniente la legalita. Se l’illegalità – ha detto Vendola - è un rischio troppo elevato dal punto di vista economico, credo che aumenta il tasso di credibilità di percezione della convenienza della legalità. Ci sono le aziende che fanno fatica a rispettare le norme di sicurezza, i protocolli di sicurezza» ma quando in alcuni casi nei cantieri edili «sono i lavoratori che rifiutano l’uso del casco e delle cinture di sicurezza è caduta la cultura del lavoro, che non fu soltanto cultura del salario e dell’orario di lavoro, fu cultura della sicurezza che rifiutava la monetizzazione del rischio».

Secondo Vendola, «se tra i lavoratori non vi c'è la percezione di quanto sia importante per se stessi il rispetto dei protocolli di sicurezza è perché complessivamente il mondo del lavoro non è più un mondo, non è più un corpo sociale, è una nebulosa nella quale ognuno fa fatica a ereditare la memoria di cosa è stato». Secondo l’assessore regionale alle Politiche della salute, Alberto Tedesco, «in 2 anni e mezzo di attività ci possiamo ritenere soddisfatti in quanto si sta insistendo sul rispetto dei protocolli per la tutela della salute nei luoghi di lavoro e di sicurezza nei cantieri. Garantiremo alle Asl finanziamenti a progetto per l’assunzione di nuove risorse per occuparsi della prevenzione e diffondere la cultura del rispetto dei protocolli di sicurezza». Pubblicheremo al più presto il primo atlante degli infortuni, per avere e dare un quadro dell’applicazione dei protocolli di sicurezza sui luoghi di lavoro, anche nel rispetto dell’accordo Stato Regione».

Note: La poesia "Il cielo rubato" è di Almerina Raimondi di Manduria. Per questa poesia le hanno assegnato il Premio Moicarte "Maria Scarcella Padovano" - XVI Concorso internazionale letterario di poesia e narrativa 2006.

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