Troppa diossina nel latte materno
"Siamo nei limiti dei grandi centri urbani". In procura i dati dell´associazione "Bambini contro l´inquinamento" che aveva organizzato la marcia
TARANTO - Livelli inquietanti di diossina sono stati riscontrati nel latte di tre giovani mamme tarantine. La denuncia shock è esplosa ieri mattina come una bomba. A lanciarla è stato Giuseppe Merico, il pediatra presidente dell´associazione "Bambini contro l´Inquinamento. Lo scorso 29 marzo proprio lui aveva guidato la marcia contro ciminiere e smog. In ottomila lo avevano seguito. Ieri il pediatra ha diffuso i risultati dei test affidati all´Inca di Lecce sul latte di tre tarantine.
Le analisi hanno accertato che contiene il 50% di diossina in più rispetto a quello riscontrato nelle donne di Roma. La conseguenza è che ai neonati con il latte materno è trasferita una dose giornaliera di diossine venticinque volte superiore alla soglia di tollerabilità indicata dall´organizzazione mondiale della sanità.
"Non vogliamo fare allarmismo - ha detto Merico - ma intendiamo richiamare ancora una volta l´attenzione della politica. I livelli di diossina a Taranto vanno abbattuti".
I test sono stati condotti su tre donne di 32, 31 e 26 anni. La prima risiede ai Tamburi, il popoloso quartiere che vive gomito a gomito con gli sbuffi dell´Ilva. La seconda a Crispiano, ad un pugno di chilometri dal capoluogo. La più giovane, invece, risiede nella frazione di Lama. In linea d´aria la più lontana dalla imponente zona industriale, ma nel suo latte sono stati scovati i livelli più alti di diossine. "Non vogliamo e non possiamo accusare nessuno e voglio dire con chiarezza che il latte materno resta il migliore alimento per i neonati. Invochiamo, però, maggiore impegno contro l´inquinamento" ha concluso Merico che ha consegnato un esposto alla procura allegando gli esiti dei test.
La presenza di diossina nelle mamme è stata ricondotta alla catena alimentare. Quel veleno dagli effetti nocivi è entrato nel loro corpo con il cibo. Sugli alimenti era scattato un altro allarme nelle scorse settimane, con le pecore e le capre di quattro allevamenti risultati contaminati da diossina e pcb. Per questo 800 ovini e caprini sono attualmente sotto vincolo sanitario.
Contro l´allarme rimbalzato da Taranto, però, si schiera Giorgio Assennato, direttore dell´Arpa Puglia. "Non concordo sulla lettura di questi dati e non c´è alcuna peculiarità tarantina. Si tratta di livelli riscontrabili in tutte le zone urbane. Ritengo grave - insiste Assennato - che si allertino in questa maniera le mamme. Fortunatamente il prossimo 1 maggio sarà varato il laboratorio su Taranto e così potremo informare correttamente la città e fronteggiare la tendenza a diffondere il panico". Sul problema diossina interviene anche il presidente della Regione Nichi Vendola.
"Non sottovaluto - spiega - la situazione di rischio per la salute e di guasti per il territorio dell´area tarantina. Dalle rilevazioni effettuate è confermata solo la pericolosità di alcuni prodotti da pascoli bradi, mentre giungono rassicurazioni per gli allevamenti in stalla, i prodotti agricoli e il latte della Centrale".
Per Vendola "Lo stesso accordo sull´AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) dell´Ilva e di altre importanti società che ieri mattina ha visto il consenso dei tecnici, dei ministeri, del sistema delle autonomie locali, della Regione e delle società private, va nella direzione di garantire in tempi rapidi il monitoraggio e l´adeguamento dell´impiantistica alle migliori tecnologie. E di subordinare - conclude - il rilascio delle autorizzazioni all´assunzione degli accorgimenti necessari per abbattere drasticamente le diossine".
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