E ora Carrozzo passa alla linea dura
E ora Carrozzo passa alla linea dura. Senza sconti. E non solo per l’esito del consiglio comunale che, martedì scorso, ha bocciato la «sua» mozione (firmatari Mancini e Laruccia) che impegnava il Comune a richiedere all’Ilva il risarcimento danni. No, il voto contrario dell’aula non è l’elemento che fa da detonatore. Anzi, forse, fa quasi da contorno. Ed allora, cosa è accaduto? Il veemente j’accuse del sindaco Stefàno («non accetto lezioni da nessuno e soprattutto da chi ha svolto ruoli politici in Provincia, Regione ed in Europa e non ha fatto nulla») ha evidentemente lasciato il segno.
Il primo cittadino di Taranto non ha fatto nomi certo ma ha tracciato l’identikit di Carrozzo almeno nella parte in cui snocciolava il cursus honorum del presunto accusato che, appunto, ha ricoperto incarichi a Palazzo del governo, in via Capruzzi a Bari ed a Bruxelles. E così, questo Stefàno in versione (insolitamente) bulldozer ha spinto Carrozzo a passare alla «Fase 2» della sua opposizione all’Amministrazione comunale. Carrozzo, infatti, sceglie la linea dura e lo conferma in un comunicato stampa che recita così: «L’associazione “I Riformisti” valuterà l’opportunità di promuovere l’azione popolare surrogando, come privati cittadini, il Comune e la Provincia eventualmente inadempienti nella richiesta risarcitoria. Valuteremo anche l’opportunità - prosegue Carrozzo - di denunciare penalmente i legali rappresentanti dei due enti territoriali (Stefàno e Florido, ndr) per omissione».
Ed infine, l’ex vicesindaco di Taranto chiude così: «Non si può consentire ulteriormente di lanciare insulti gratuiti ed immotivati senza mai citare - così Carrozzo si riferisce a Stefàno - una circostanza precisa ed un nome proprio di persona. Saremo costretti, nei prossimi giorni, a chiamarlo a rispondere nelle sedi competenti di comportamenti ed atti ben individuali » .
Di tenore opposto, invece, il commento del capogruppo del Pd, Dante Capriulo. In realtà, in una nota, è proprio il Partito democratico che esulta perchè «è prevalsa una linea riformista, non ideologica o integralista, ed a schiena dritta nei confronti di tutti coloro che, pur producendo lavoro e reddito, inquinano pesantemente la nostra città e mettono a rischio la salute dei cittadini».
Sul dibattito svoltosi, martedì scorso, nella seduta consiliare interviene anche Mario Guadagnolo (Pdl). «L’attacco del sindaco al Fondo d’impatto ambientale è fuori luogo poiché Stefàno, come spesso accade, non sa di che parla. Il Fondo, 25 anni fa, sanciva - ricorda Guadagnolo - alcuni principi che sono diventati patrimonio comune e che oggi vengono presentati come una novità straordinaria Sempre meglio comunque degli avanzi di cucina - commenta con evidente ironia - che normalmente si danno ai gatti come le tre fontanelle del cimitero».
Guadagnolo non ha dubbi: «Stefàno non è homo novus. Fa parte, a pieno titolo, di quella classe dirigente della quale non può chiamarsi fuori essendo stato più volte
consigliere comunale, assessore alla Sanità e senatore». Infine, il comitato «Taranto Futura» insiste: «Il Comune chieda il risarcimento danni e devolva i soldi alle famiglie degli operai morti nel siderurgico».
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