Ilva di Taranto: ecco la relazione del dott. Vito Balice fino ad ora rimasta riservata
Questa mattina abbiamo ottenuto il documento redatto dal dott. Vito Balice in cui si esprime un giudizio di sostanziale “idoneità” del piano di adeguamento dell'Ilva rispetto allo scopo di ridurre gli inquinanti.
Il documento lo alleghiamo alla presente pagina web.
Ma chi è il dott. Vito Balice?
E' contemporaneamente consulente della Provincia di Taranto e della Regione Puglia nell'ambito della Commissione Istruttoria per l'Autorizzazione Integrata Ambientale-IPPC.
In questa veste ha elaborato "considerazioni e commenti allo studio AIA presentato dalla azienda ILVA al Ministero dell'Ambiente".
Era accessibile solo per chi possedeva un'apposita password ed era protetta dagli sguardi indiscreti del pubblico.
Oggi è finalmente consultabile da tutti su questo sito.
Quindi l'"idoneità" del Piano Ilva decretata dal consulente di Provincia e Regione non era era nota al pubblico ma era valevole a tutti gli effetti per il Comitato Istruttorio del Ministero dell'Ambiente
Nelle conclusioni il dott. Balice scrive invece: "L'esame del Piano di adeguamento dell'Ilva ha sostanzialmente evidenziato l'idoneità dello stesso per il conseguimento della riduzione dell'impatto ambientale dello stabilimento. Il piano contiene gli interventi che al momento si ritiene utili per l'adeguamento degli impianti esistenti alle BATdi settore ed interviene sulle linee di impatto più significative quali cokerie ed acciaierie con una drastica riduzione delle polveri diffuse". (p.5)
Inoltre vi si parla del pet-coke (p.5), senza però avanzare divieti al suo uso. Si fa riferimento infatti al coke di petrolio (pet-coke) e del catrame di cokeria nell'ambito della cokeria Ilva, "condividendo la scelta di non modifica sostanziale". (p.6)
Tale relazione è del 23 aprile e il dott. Vito Balice dimostra di conoscere in quella data l'intento da parte dell'Ilva di usare il pet-coke nell'ambito della già inquinante cokeria. Il 24 maggio un blitz dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico all'Ilva di Taranto ha portato al sequestro del pet-coke all'interno della zona parchi minerali nella quale erano state stoccate 16 mila tonnellate di questa sostanza molto inquinante, conosciuta come la “feccia del petrolio”.
Perché una questione così scottante è stata mantenuta riservata e solo oggi emerge dopo una martellante richiesta di PeaceLink? Perché non farne oggetto di una più ponderata e pubblica riflessione? Perché lasciare alla sola magistratura il compito di intervenire a tutela della salute dei cittadini?
La lettera di accompagnamento della Provincia di Taranto fa propria le relazione del dott. Vito Balice come "relazione istruttoria predisposta dal suddetto referente di questa Provincia, comprensiva del giudizio relativo alla sostanzialità delle modifiche programmate dal Gestore".
Entriamo nei dettagli della relazione.
Nella pagina 1 e 2 della relazione si ripercorrono i contenuti dei quattro atti di Intesa e dell'accordo di programma dell'11/4/2008.
A pagina 3 vi sono le "Valutazioni riguardanti il Piano ILVA" e viene esaminata la "bontà degli interventi proposti" confrontandoli con le BAT (Best Available Techniques, migliori tecnologie disponibili).
Il dott. Balice dichiara che nel Piano di adeguamento dell'ILVA vi sono "soluzioni impiantistiche BAT" e "interventi su linee tecnologiche già conformi impiantisticamente alle linee guida BAT". Si parla di attività in grado di essere "risolutive in termini di riduzione dell'impatto ambientale dello stabilimento (p.3).
Il consulente della Provincia di Taranto e della Regione Puglia dichiara: "Emerge che il Piano ILVA è essenzialmente indirizzato a ridurre la quantità di inquinanti complessivamente emesse dalle emissioni convogliate".
Inoltre dichiara che il Piano ILVA è indirizzato a "intervenire drasticamente nella riduzione delle emissioni a caratteri diffuso".
Non solo: il piano sarebbe persino indirizzato a "incrementare il margine di sicurezza ecologica delle immissionim nei canali di scarico e di coneguenza nel recettore finale (Mar Grande) dagli impianti di trattamento delle acque reflue". (p.4)
Altra qualità che il Piano ILVA avrebbe è quella di "rafforzare la capacità di autosmaltimento dello stabilimento" e di "ridurre progressivamente la presenza di sostanze pericolose". (p.4)
Peccato che noi non siamo in grado di sapere di quanto tutto ciò si voglia o si debba ridurre. Se ne potessimo conoscere sia le percentuali sia i valori assoluti saremmo veramente grati sia all'Ilva sia al dott. Vito Balice.
Vorremmo conoscere ad esempio di quanto l'Ilva ridurrà le emissioni di arsenico, benzene, benzoapirene e di altri cancerogeni. Vorremmo sapere se eliminerà il mercurio e altri inquinanti neurotossici. Vorremmo sapere a quanto scenderanno le emissioni di diossine, su cui il dott. Balice non si sbilancia evidenziando "una grave lacuna normativa" che non consentirebbe di fissare un limite certo agli impianti di agglomerazione da cui fuoriesce la diossina. (p.4-5)
Il dott. Balice, parlando dello SME (Sistema Misurazione Emissioni) non indica la necessità di un sistema di campionamento in continuo delle diossine, limitandosi in modo generale a richiedere "periodiche determinazioni analitiche delle diossine", senza dire quale periodicità dovrebbero avere. (p.6)
Leggendo e rileggendo questa relazione che la Provincia di Taranto e la Regione Puglia hanno inviato al Ministero dell'Ambiente emergono molti dubbi, tanto che sarebbe opportuno che tali Enti la ritirassero per ragioni di cautela e di opportunità. Essa infatti dà di fatto "disco verde" su gran parte del piano ILVA e spiana la strada all'Autorizzazione Integrata Ambientale senza che vengano accolte le osservazioni delle associazioni ambientaliste.
La cosa forse più grave è che in poche pagine viene espresso un giudizio positivo sul contenimento delle emissioni senza che noi cittadini possiamo conoscerne l'entità effettiva, numeri alla mano.
Anzi: a noi rimangono secretate le informazioni dettagliate sulle emissioni Ilva nell'AIA.
Avevamo infatti richiesto che il Ministero dell'Ambiente non mantenesse riservata la documentazione Ilva sulle emissioni dei microinquinanti, attualmente non accessibili al pubblico. Il Ministero dell'ambiente ha richiesto all'Ilva di rendere pubbliche quelle informazioni. L'Ilva si è opposta alla divulgazione delle informazioni in questione sostenendo che la documentazione da noi richiesta non riguarda le emissioni inquinanti ma informazioni "la cui divulgazione a terzi è certamente lesiva per la scrivente società in quanto può consentire di ricavare indicazioni sulla formazione di costi industriali ed elementi per la valutazione della performance".
L'Ilva inoltre non considera il Comitato per Taranto legittimato ad agire nell'AIA lo definisce – nella lettera al Ministero - un "sedicente Comitato".
In questo contesto, in cui viene sostanzialmente ritenuto ideoneo il piano di adeguamento ILVA senza definire in che misura esso riduce ogni tipo di emissione inquinante, emerge una scandalosa carenza di informazione al pubblico.
Vorremmo sapere in che misura ogni singola BAT concorra ad abbassare le emissioni di ogni singolo impianto: ma non lo sappiamo, né la relazione del dott. Balice ci aiuta a saperlo.
Ecco perché riteniamo opportuno – alla luce di quanto emerso in questa sorprendente vicenda - che la relazione del dott. Vito Balice venga ritirata e che Provincia e Regione si affidino ad un altro consulente nel farsi rappresentare nella Commissione nazionale istruttoria IPPC-Ilva.
Recentemente l'assessore all'ecologia della Provincia di Taranto Michele Conserva ci ha espresso la disponibilità ad accogliere alcune osservazioni delle associazioni ambientaliste per l'Autorizzazione Integrata Ambientale. Questo gesto di apertura è positivo. Per essere efficace è opportuno a nostro parere il ritiro della relazione del dott. Vito Balice che entra in aperta contraddizione con l'intera impostazione delle osservazioni delle associazioni ambientaliste.
Chiediamo infine all'assessore regionale all'Ecologia Michele Losappio se questo documento del dott. Vito Balice sia stato o no inserito in un'area riservata del Ministero dell'Ambiente a nome della stessa Regione Puglia. Chiediamo alla Regione Puglia se non ritenga utile e anzi necessario ritirare un simile documento che non riteniamo affronti in modo analitico e con la necessaria severità, impianto per impianto, le evidenti criticità dell'Ilva.
Diamo atto all'assessore all'ecologia della Provincia di Taranto, Michele Conserva, di aver agito nello spirito di un costruttivo dialogo e riteniamo che su questa linea si possa proseguire in modo proficuo.
Allegati
Lettera di accompagnamento della Provincia di Taranto
173 Kb - Formato pdfRelazione pagina 1
Dott. Vito Balice208 Kb - Formato pdfRelazione pagina 2
Dott. Vito Balice263 Kb - Formato pdfRelazione pagina 3
Dott. Vito Balice279 Kb - Formato pdfRelazione pagina 4
Dott. Vito Balice301 Kb - Formato pdfRelazione pagina 5
Dott. Vito Balice261 Kb - Formato pdfRelazione pagina 6
Dott. Vito Balice184 Kb - Formato pdf
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