Da Johan Galtung, uno dei più illustri studiosi delle problematiche della pace, un'analisi su ciò che sta succedendo nel Libano e dintorni, e qualche suggerimento...
Signor Presidente: Lei non inganna nessuno con la sua presunta guerra al terrorismo. Dal nostro punto di vista, lei ed Israele siete i terroristi con meno scrupoli che si trovino sulla faccia della terra. Se lei vuole combattere il terrorismo, le suggeriamo di iniziare con la sua amministrazione e con il suo terribile alleato, Israele.
7 agosto 2006 - Salim al-Hoss
Intellettuali denunciano l'orrore dell'attacco al Libano e i crimini di guerra di Israele
La distruzione deliberata e sistematica delle infrastrutture sociali del Libano da parte dell'aviazione israeliana è un crimine di guerra, programmato per trasformare il Paese in un protettorato israelo-statunitense.
7 agosto 2006 - Tariq Ali, Noam Chomsky, Eduardo Galiano, Howard Zinn, Ken Loach, John Berger e Arundhati Roy
La guerra in Libano sta causando la più grave catastrofe ambientale della storia di questo Paese:la fuoriuscita di 15.000 tonnellate di petrolio dall’impianto di produzione elettrica Jiyyeh sta danneggiando gran parte della costa libanese
Il seguente report mi è stato inoltrato alcune ore fa. E’ sconvolgente pensare che mentre tutto ciò viene scritto con tanta sincera passione, ben poco viene fatto trapelare e comunicato all’opinione pubblica. Vi prego di fare di tutto per spedire questa e-mail al maggior numero di persone possibili e chiedere loro di diffonderla. Facciamo in modo che internet ci venga in aiuto finché si può. - SK
Jan Egeland, responsabile ONU per le crisi umanitarie ha chiesto una tregua di tre giorni per evacuare i civili intrappolati nelle aree del sud del Libano dove infuriano i combattimenti
28 luglio 2006 - Aluf Benn, Yoav Stern, Amos Harel e News Agencies
Uno statunitense racconta il suo viaggio in Venezuela: la terra della speranza
Nonostante le apparenze, il movimento per la pace in Israele esiste ed è attivo. Ecco qui un'interessante testimonianza, uno spiraglio di speranza da diversi movimenti delle donne impegnate per la pace.
Mentre le bombe israeliane piovono su Beirut, la popolazione della città si ritrova a vivere ancora una volta l’orrore della guerra. In un diario confidenziale la trentenne artista libanese Zena el-Khalil descrive come ha aiutato gli stranieri a fuggire, gli attacchi notturni dei razzi e perché non può abbandonare la sua amica malata.
Mentre la battaglia infuria e i soldati ucraini vengono spinti dal loro governo a una resistenza sempre più disperata, una domanda morale si impone: su Pokrovsk possiamo rimanere in silenzio come pacifisti o dobbiamo prendere posizione per la invocare la salvezza dei soldati ucraini?
Era contenuto nel programma “Aeromobili a Pilotaggio Remoto per l’Aeronautica Militare”. Un programma da 2,4 miliardi di euro che ha attirato l'attenzione degli analisti militari. Poi vi è stato un "errata corrige" del Ministero e la cifra è crollata di 31 volte. Ma i conti non tornano.
La sciagurata voglia di guerra delle classi dirigenti politiche italiane ed europee non corrisponde alla volontà di pace dei propri popoli. Crediamo che i ragazzi e le ragazze abbiano il diritto di pensare ad un mondo senza guerre esenza armi
Oggi soffia un nuovo vento di guerra. Sempre più spesso vengono amplificate iniziative di riarmo e di sostegno ad una mentalità bellicista e di allarme internazionale. Molti governi europei premono per un servizio militare generalizzato come obiettivo di adeguamento numerico delle forze armate.
1 novembre 2025 - Centro di ricerca per la pace di Viterbo, Movimento Nonviolento, PeaceLink
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