Chi aiuterà adesso gli allevatori che sono vittime della mancata informazione su quelle emissioni cancerogene che fanno di Taranto la "capitale della diossina"?

Carne alla diossina, lettera aperta di PeaceLink

Mentre in Europa l'allarme "carne alla diossina" è scattato per merito delle autorità irlandesi, a Taranto l'allarme diossina è scattato per merito di PeaceLink, dopo anni di inspiegabile silenzio durante i quali ingenti quantitativi di carne "alla diossina" sono finite sulle tavole degli ignari consumatori.
12 dicembre 2008

Siamo profondamente vicini alla famiglia Fornaro e a tutti gli allevatori che in questo momento vivono il dramma del "futuro bloccato" dalla diossina.

Come sono partite le indagini a Taranto
TARANTO, 5 MARZO 2008 (ANSA) – La presenza in un formaggio tarantino di un quantitativo di diossina e pcb (policlorobifenili), sostanze chimiche inquinanti, tre volte superiori ai limiti fissati dalla legge è segnalata in un dossier che l'associazione ambientalista Peacelink ha presentato alla procura presso il tribunale di Taranto. Le analisi sono state compiute il 28 febbraio scorso dal laboratorio Inca di Lecce su un campione di formaggio prodotto artigianalmente da un pastore tarantino.

Peacelink ha il sospetto che pecore e capre abbiano pascolato per mesi in terreni altamente inquinati da diossina e pcb. Un paio di settimane fa, alcuni cittadini avevano segnalato alla questura la presenza di un gregge a ridosso della zona industriale: di qui il rischio – secondo Peacelink – che le sostanze chimiche inquinanti siano finite anche nella carne, nel latte e nei formaggi. Per questo motivo, l'associazione ambientalista chiede alla magistratura di accertare se diossina e pcb siano in qualche modo entrate nel ciclo alimentare.

«Non vogliamo creare allarmismi – ha dichiarato Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink Taranto, nel corso di una conferenza stampa – ma auspichiamo che da questa singola analisi nasca un serio programma di controllo».
NOTA BENE: tra il 2002 e il 2007 il Ministero della Sanità a Taranto aveva effettuato 72 analisi su diossina e PCB senza mai riscontrare valori sopra i limiti di legge.

Ieri hanno tramortito, dissanguato e bruciato tutti i loro animali.

E ora? Potranno ricominciare ad allevare nei pascoli intrisi di diossina? Per poi ricominciare la storia degli abbattimenti? Cosa dovranno aspettare? Una bonifica che non viene avviata perché tanto le emissioni di diossina sono in atto?

Cosa dovranno aspettare? Un processo e nel frattempo campare di aria? Dovranno andare via?

A queste domande deve dare risposta la politica. Quella che sta nelle stanze del Potere.

Ma anche a noi cittadini competono delle risposte perché questa storia della diossina ci coinvolge tutti.

Chiediamoci: qual è il nostro compito di cittadini in questo momento? Lasciare che in breve tempo muoia la storia secolare delle masserie tarantine? Consideriamo ineluttabile che le masserie siano cancellate dalla diossina?

Dobbiamo aspettare che si crei il vuoto attorno ai camini dei veleni? Ci siamo già abituati all'idea che attorno ad essi non pascolerà più alcun animale?

E' in vigore a Taranto una legge non scritta che sancisce che inquinare è possibile e allevare è impossibile?

Diciamocele queste cose, diciamole chiare ai politici che ricoprono cariche di rilievo, diciamole anche a noi stessi per poi ridirle, e con forza, a chi di dovere.

O Taranto rialza la testa in questa occasione o si rassegna ad essere la città "usa e getta" della grande industria. Sedotta e abbandonata da un falso progresso che uccide la storia, divora l'agricoltura, stermina l'allevamento e avvelena il commercio.


Ora la parola passa a chi occupa responsabilità di tipo politico.

Sappiamo che è in corso un'indagine della magistratura che accerterà (speriamo) la fonte inquinante.

Ma non possiamo aspettare i tempi lungi della magistratura che interviene a danno compiuto, per lo più dopo una decina di anni, dopo processi estenuanti, appelli e giudizi definitivi.

Non possiamo aspettare la condanna dell'inquinatore per porre rimedio ad un problema urgente e attuale. Dobbiamo esigere che la politica dia subito risposte alle masserie e alle loro famiglie. Questo è il compito della politica che deve pensare all'oggi, senza aspettare il domani delle perizie dei magistrati o il dopodomani delle sentenze della magistratura.

Oggi la politica deve progettare una risposta. Se salviamo le masserie, salviamo tutta la città!

Cartellone alla manifestazione del 29 novembre 2008 contro l'inquinamento a Taranto

Chiediamo ai parlamentari, agli assessori comunali, provinciali e regionali, ai consiglieri di tutti i partiti politici di impegnarsi pubblicamente e concretamente perché le masserie non muoiano!

Esse sono l'unico baluardo che ha tentato di resistere al degrado dell'inquinamento. Se perdono loro, tutti avremo perso.

Perciò: non devono soccombere. Sono i luoghi della nostra storia rurale. Sono scenari di inestimabile pregio e bellezza, sfregiati da fumi velenosi.

Dobbiamo incalzare la politica fin quando non avrà dato risposte chiare.

La famiglia Fornaro - che ha scritto una bellissima lettera aperta, piena di dignità e amarezza - ha diritto a una risposta altrettanto dignitosa. Non solo. Tutte le famiglie coinvolte nel caso diossina hanno diritto al futuro.

La politica sia generatrice di speranze concrete: altrimenti Taranto non avrà più speranza.

Ciò che chiediamo alla politica non è un sogno ma ha un nome: sviluppo sostenibile.

Alessandro Marescotti

Presidente di PeaceLink

Note: Video sul caso diossina a Taranto

Taranto: pecore alla diossina
http://www.youtube.com/watch?v=GOlV18-Q7_c&hl=it

PeaceLink, come è scoppiato il "caso diossina" (da "Le Iene")
http://www.youtube.com/watch?v=mFvaIt68Sjs&hl=it

I veleni di Taranto (da "Il graffio")
http://www.youtube.com/watch?v=5RKzpaMBux4&feature=related

Articoli correlati

  • Piattaforma rivendicativa della manifestazione del 23 aprile a Taranto
    Ecologia
    Partenza dal piazzale Bestat alle ore 17

    Piattaforma rivendicativa della manifestazione del 23 aprile a Taranto

    Occorre fermare le emissioni dell'ILVA che sono alla base di gravi danni alla salute e all'ambiente. E al contempo avanziamo la richiesta di un risarcimento alla comunità e di un nuovo sviluppo che parta dalla rigenerazione del territorio.
    19 marzo 2024 - Associazioni Riunite Taranto
  • Bocciato l'ordine del giorno di Angelo Bonelli sull'ILVA di Taranto
    Ecologia
    Ennesimo decreto Salva IILVA

    Bocciato l'ordine del giorno di Angelo Bonelli sull'ILVA di Taranto

    Il 13 marzo è stato convertito in legge l'ultimo decreto in materia di ILVA con un iter blindato e senza che ci fosse la possibilità di introdurre norme a difesa dell'ambiente e della salute. Nonostante ciò, la battaglia non è finita. Taranto resisti! Taranto non sei sola.
    21 marzo 2024 - Fulvia Gravame
  • Presentate le osservazioni al dissalatore presso il fiume Tara
    Ecologia
    La cittadinanza jonica si è mobilitata

    Presentate le osservazioni al dissalatore presso il fiume Tara

    Oltre dieci associazioni della provincia di Taranto si sono attivate per salvare il fiume Tara dal progetto di dissalatore che lo distruggerebbe e aumenterebbe la contaminazione delle acque del mare. “Ci si salva soltanto assieme!”, come ha detto Papa Francesco.
    19 marzo 2024 - Fulvia Gravame
  • Angelo Bonelli fa una domanda difficile al governo. Avremo mai risposta?
    Ecologia
    Interpellanza in merito al futuro degli impianti ILVA

    Angelo Bonelli fa una domanda difficile al governo. Avremo mai risposta?

    Se il governo non consideri prioritario destinare le risorse assegnate all'intervento «Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate» di DRI d'Italia a progetti che invece potrebbero concretamente risolvere, una volta per tutte, l'emergenza ambientale e sanitaria della città di Taranto.
    21 marzo 2024 - Fulvia Gravame
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)