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Comunicato di Peacelink

«In Puglia 450 campioni di latte nel 2001 diedero valori "non desiderabili" di PCB. Com'è possibile oggi dare certezze sulla sicurezza alimentare?»

In queste ore si susseguono dichiarazioni "tranquillizzanti" dopo la scoperta della diossina e di PCB in un campione di latte fatto analizzare dalla Asl di Taranto. Ma abbiamo forti dubbi che tali dichiarazioni finalizzate a rassicurare "con certezza" siano basate su dati scientifici. Attiviamo lo spettrometro di massa per fare analisi a tappeto
22 marzo 2008
Peacelink (Biagio De Marzo, Alessandro Marescotti)

Latte alla diossina Forniamo ai giornalisti un documento che fino a ora non è mai stato pubblicizzato e che attesta la presenza di valori di PCB "non desiderabili" nel latte pugliese (1).

In queste ore si susseguono dichiarazioni "tranquillizzanti" dopo la scoperta della diossina e di PCB in un campione di latte fatto analizzare dalla Asl di Taranto. Ma abbiamo forti dubbi che tali dichiarazioni finalizzate a rassicurare "con certezza" siano basate su dati scientifici.

Fino a ora sono state effettuate solo quattro analisi per verificare la presenza di diossina: una commissionata da TarantoViva per il Sangue, una commissionata da PeaceLink per il formaggio e due commissionate dalla Asl per il latte. Di queste quattro analisi tre hanno dato valori alti di diossina e PCB.

Per completezza possiamo aggiungere le analisi dell'Arpa del 2007 e quelle recenti del 2008 sul camino E312 dell'Ilva. Da tali dati si evince che quell'impianto andrebbe fermato se fosse in Friuli Venezia Giulia.

Come è possibile dare certezze sulla sicurezza alimentare in una condizione simile?

Dopo i casi di "latte e formaggio alla diossina" ecco che piovono le rassicurazioni. Come da copione. Non vogliamo fare allarmismo ma è nostro dovere mettere a disposizione delle Autorità e della comunità le informazioni di cui disponiamo.

Gaglione: «Spero sia un caso isolato ma ora Asl e Arpa intensifichino i controlli»
«Sono molto preoccupato. Ora chiamo subito all’Istituto Zooprofilattico di Teramo per saperne qualcosa di più». Antonio Gaglione, sottosegretario alla Salute, cardiochirurgo di fama nazionale, reagisce così alle 12.40 quando la «Gazzetta» lo contatta per commentare la notizia relativa alla presenza di diossina in campioni prelevati da due allevamenti di bestiame di Statte, in provincia di Taranto.

Sottosegretario, come valuta quel che è accaduto?

«Sono molto preoccupato e, per questo, preferisco segliere la via della cautela. Voglio capire, sapere. Di certo, chi mi conosce sa che ho intrapreso (in tempi non sospetti) la strada delle battaglie ambientaliste contro i grandi inquinatori del nostro territorio. E, in questa veste, se mi è permesso, posso affermare che, negli scorsi decenni, la situazione ambientale è stata trattata con una certa superficialità».

Per uno strano scherzo del destino, questa notizia giunge il giorno seguito la conferma dell’aumento di diossina nell’atmosfera.

«Già, proprio così. Ne ho parlato con il professor Assennato. Anche lui è abbastanza preoccupato. Vedremo, quali risultati ci forniranno le prossime indagini sugli altri camini».

Il 2008 sarà l’anno della conoscenza ed il 2009 quello della riduzione
della diossina. Condivide questo cronoprogramma?


«Non proprio. Bisogna agire, senza perdere altro tempo prezioso. Penso che non ci siano rischi per la popolazione. Ma l’Asl deve ora, assolutamente, allargare il suo raggio d’azione nei controlli»
Nel sito web della FAO (Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite) c'è una pagina web relativa a 450 analisi del latte in Puglia, effettuate nel 2001. I dati non sono molto confortanti e li vogliamo rendere noti e commentare per gli ovvii collegamenti con la presente attualità. Essi sembrano contraddire che la "situazione è sotto controllo" e che "non c'è alcun pericolo", dichiarazioni ottimistiche "da copione" dei livelli politici che, per una elementare necessità di autodifesa del loro operato, tentano di tranquillizzare l'opinione pubblica sempre più allarmata, senza però,disporre di elementi e dati certi.

Ad esempio il ministro dell'Agricoltura Paolo De Castro ha dichiarato: "Tutti i nostri prodotti restano sicuri e di qualità". Simili affermazioni su quante analisi poggiano? Potrebbe il ministro garantire proprio "tutti" i prodotti?
Non ha per caso esagerato?

Il suo ministero ha fatto analizzare un solo litro di latte venduto a Taranto? Dispone dei risultati delle analisi che il Comitato per Taranto e PeaceLink, ai primi di gennaio 2008, hanno chiesto a Parmalat SpA sul prodotto conferito alla propria Centrale del latte di Taranto? Se è così certo, esibisca subito i certificati di analisi così come PeaceLink ha esibito pubblicamente i propri.

Il presidente della Regione Nichi Vendola dichiara: "Stiamo monitorando in modo continuo tutta la produzione lattiera della provincia". In realtà adesso stanno partendo i primi controlli che, oltretutto, non saranno in grado di coprire rapidamente tutta la produzione lattiera della provincia in modo continuo.

Al Presidente Vendola chiediamo se ha fatto proprio quella dichiarazione e, in tal caso, su quanti certificati di analisi del latte che si vende a Taranto basa la sua dichiarazione. Di quante analisi si deve disporre per ottenere un monitoraggio completo ed esaustivo?

Riusciamo a comprendere le enormi difficoltà di attivazione di un simile monitoraggio ed apprezziamo gli sforzi che si stanno facendo in questi giorni. Ma non comprendiamo e tantomeno condividiamo i toni di sicurezza ostentati: data la scarsità dei dati a disposizione, nessuno può garantire certezze.

In particolare, ci risulta che lo spettrometro di massa ad alta risoluzione, acquisito dall'Arpa Puglia alla fine dell'anno scorso, è ancora fermo. E' un'attrezzatura costosissima e preziosa che potrebbe fare le analisi a tappeto a Taranto e provincia. Il Presidente Nichi Vendola ci rassicurerebbe di più se ci dicesse che si è riusciti a far partire un programma di analisi con lo spettrometro di Taranto. Queste sono le certezze di cui abbiamo bisogno.

Le altre sono rassicurazioni "da copione" che valgono il tempo di una dichiarazione alla stampa e vengono spesso smentite dalle analisi appena si estendono. Temiamo che, quando emergessero valori di inquinanti cancerogeni, il nostro livello politico potrebbe persino mostrare soddisfazione (come sta accadendo in Campania) perché "finalmente il latte è più controllato e i consumatori sono al sicuro grazie ai controlli".

Noi a questo "copione" siamo allergici e riteniamo che sia necessario abbandonarlo a favore di una condotta più prudente, ispirata al "principio di precuazione".

E veniamo alle analisi del latte compiute nel 2001 su campioni di latte pugliese, l'unica ricerca "a tappeto" che, però, ha dato risultati "non desiderabili" per la presenza di PCB e di altre sostanze tossiche. Ci è stata segnalata dal dott. Mario Collura dell'associazione TarantoViva, lo stesso professionista che ha coordinato l'analisi della diossina nel sangue di dieci tarantini i cui risultati sono stati illustrati di recente alle Istituzioni territoriali e alla cittadinanza.

Il titolo della ricerca è "Composti bifenilici - esaclorobenzene e pesticidi organoclorurati in campioni di latte prelevati da alcune aziende agricole della Puglia" (pubblicata su Italian Journal of Food Science). La ricerca è del 2001 ed è basata su 450 campioni di latte. E' stata condotta da M.M. Storelli, A. Storelli e G.O. Marcotrigiano dell'Università di Bari, Istituto di Chimica.

Nell'abstract della ricerca si legge: "Al fine di determinare il livello di contaminazione da PCB, POC e HCB, è stata condotta un'indagine su 450 campioni di latte (bovino, ovino, caprino e di bufala) provenienti da diverse aziende agricole pugliesi. La presenza di questi contaminanti nel latte non è desiderabile, poiché questo alimento è di largo consumo ed è un importante nutrimento soprattutto per i neonati. I risultati hanno evidenziato la presenza di PCB, p,p'-DDE, esaclorobenzene (HCB) ed esaclorocicloesano (alfa-HCH) in quasi tutti i campioni, mentre il lindano (gamma-HCH) e' stato osservato unicamente in alcuni campioni di latte bovino. Tra gli inquinanti determinati, i PCB (16,7-66,7 microng/kg), l'HCB (3,58-7,57 microng/kg) e il p,p'-DDE (7,38-20,96 microng/kg) sono presenti a piu' alte concentrazioni. I risultati sono espressi in riferimento al contenuto di grasso".

Di fronte a questi dati, che si riferiscono a campioni prelevati a Bari e a Foggia, ci chiediamo perché una simile ricerca non è stata realizzata anche a Taranto, Brindisi e Lecce dove si concentra la maggior parte di decessi per tumore e dove sono presenti aree dichiarate per legge "ad elevato richio di crisi ambientale".

Ci chiediamo perché al ricoscimento di Taranto e Brindisi come aree ad alto rischio non si sia accompagnato, fin dall'inizio, un conseguenziale programma di monitoraggio degli alimenti per ritracciarne gli inquinanti industriali.

Ci chiediamo perché 450 analisi del latte per rintracciare PCB siano finite nella più sperduta delle pagine del sito della FAO dall'indirizzo chilometrico:

"www.fao.org/agris/search/display.do;jsessionid=35D5F42D78D579DBC35202279A9012B4?f=./2002/v2810/IT2002062253.xml;IT2002062253"

Quanti tra politici, responsabili delle Istituzioni interessate, giornalisti, opinionisti ed altri ne avevano mai sentito parlare?

Nichi Vendola e Paolo Di Castro conoscevano tali analisi sulla presenza di quantità "non desiderabili" di PCB nel latte pugliese prima di fare le loro dichiarazioni?

Tutto questo ci deve spingere tutti quanti ad una maggiore prudenza nelle dichiarazioni: la buona politica di governo deve rassicurare con atti e fatti.

Per PeaceLink

Biagio De Marzo
Alessandro Marescotti

http://www.peacelink.it
http://www.tarantosociale.org

Note: (1) Fonte della documentazione scientifica allegata: Composti bifenilici - esaclorobenzene e pesticidi organoclorurati in campioni di latte prelevati da alcune aziende agricole della Puglia

Altre informazioni e commenti


Tranquilli (commento di Luigi)
... allora grazie, Governatore Vendola, grazie a tutti i governanti jonici, pugliesi, italiani! Siamo tutti più tranquilli adesso. Ma stavate scherzando? Diossina nel latte del tarantino!...e le mozzarelle? ...e il cacioricotta? che fine avrebbe fatto l'immagine della Puglia degli ulivi messa sui calendari costosi e stucchevoli regalati a piene mani dalla Regione agli amici degli amici? No, signori: la diossina ve la siete inventata! era in un formaggio per uso strettamente personale, come la droga.
Continua su http://comitatopertaranto.blogspot.com/2008/03/tranquilli.html#links

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