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Comunicato stampa

PeaceLink sulle dichiarazioni del DG Arpa Puglia e sul decreto Ilva alla Camera

Chi ha delegittimato Arpa non siamo certo stati noi. A delegittimare Arpa era il livello politico che voleva vanificarne il lavoro eludendo le decisioni da prendere. Le intercettazioni telefoniche parlano chiaro
19 dicembre 2012
Alessandro Marescotti (Presidente di Peacelink)

Il Direttore Generale dell'Arpa Giorgio Assennato ha dichiarato il 19 dicembre 2012 alla scuola Deledda - aprendo i lavori degli "Stati generali dell'Arpa" a Taranto - che è avvenuta una delegittimazione dell'Arpa anche da alcuni settori ambientalisti. 

 

"Grazie, ambientalisti", ha concluso il Direttore Generale dell'Arpa. Direttore Generale di Arpa Puglia, Prof.Giorgio Assennato

 

Vorrei dire con chiarezza che chi ha delegittimato Arpa non siamo certo stati noi. A delegittimare Arpa era il livello politico che voleva vanificarne il lavoro eludendo le decisioni da prendere. Le intercettazioni telefoniche parlano chiaro. La rete di contatti di Archina' (uomo chiave dell’Ilva intercettato più volte) serviva - secondo la Procura – proprio a ostacolare le decisioni politico-amministrative da prendere conseguentemente. Arpa forniva i dati e il livello politico perdeva tempo. Era un abile regia di un avvilente “gioco al rinvio”. 

 

Con i dati Arpa invece noi facevamo gli esposti alla Procura e avanzavamo precise e fondate richieste a Comune, Provincia, Regione e Ministero dell'Ambiente. Mi sembra quindi ingeneroso - oltre che assolutamente immotivato e infondato - liquidare la questione addossando agli ambientalisti colpe che oggettivamente non hanno.

 

Noi "ambientalisti" siamo stati le sentinelle civili e solitarie di una città sotto attacco. Noi abbiamo utilizzato i dati Arpa seriamente, chiedendo ai politici che li leggessero, li valutassero e che intervenissero. I politici avrebbero dovuto telefonare a noi. E invece alcuni di loro erano al telefono con Archinà, l'Uomo dell'Ilva. Vendola arrivava persino a scherzare amabilmente con lui. Tutto questo è nelle intercettazioni. I dati dell’Arpa dovevano indurre Vendola non a scherzare con Archinà, ma a fargli telefonate indignate e perentorie per difendere i cittadini dai veleni. Vendola ha saputo mantenere le distanze con noi ma non con l'Uomo dell'Ilva a cui dava ampie rassicurazioni dicendo: "Non mi sono defilato".

 

 La Regione ha gravi responsabilità perché la sua inazione ha in certi casi costretto noi ad andare allo sbaraglio e in prima linea, con alti rischi. Mentre Vendola scherzava con Archinà per telefono, l'Ilva querelava Fabio Matacchiera che filmava di notte i fumi cancerogeni della fabbrica.

 

La Regione aveva dati importanti sulla diossina nelle cozze. Ma le ha tenute nel cassetto fino a quando non siamo stati noi a esporci e a parlarne con una conferenza stampa. Per questo abbiamo sopportato un vergognoso isolamento che è costato a Fabio Matacchiera e a me un'enorme sofferenza. Altri sono stati al riparo mentre noi ci esponevamo ad azioni ad elevato rischio personale. Di tutto questo manteniamo viva memoria e forte indignazione.

 

Condivido con il professore Assennato che vi è stata una seria attività di controllo dell'Arpa. Ma occorre aggiungere che - i fatti parlano chiaro - che questa "efficienza diagnostica" veniva esibita come alibi per scegliere la cura da adottare, per non fare le scelte politiche, quasi che agli enti locali bastasse esibire i dati dell'Arpa per dire che avevano fatto il loro dovere. All'attività dell'Arpa non è seguita un’altrettanto rigorosa attività politico-amministrativa che traesse le conseguenze da quei dati. Altrimenti non ci spiegheremmo l'intervento della Procura. Altrimenti non ci spieghiamo perché oggi un'intera maggioranza politica trasversale - legata da interessi che sono opposti a quelli per cui ci battiamo - operi oggettivamente contro la Procura approvando un decreto che pone limiti alle attività di sequestro degli impianti.

 

Ormai questa maggioranza politica trasversale è nuda e mostra in pubblico quelle intenzioni che prima si limitava a confidare solo per telefono. Siamo arrivati allo scontro sui cardini della Costituzione.

 

In questi anni difficili abbiamo avuto un senso forte dello Stato, distinguendo le responsabilità dell'organo tecnico da quello politico. E' merito indubbio del movimento ambientalista tarantino avere dialogato con Arpa, averla incalzata e averne sostenuto la terziarietà. E ancora oggi - che si profila un taglio regionale del 20% - ne sosteniamo il potenziamento.

 

Grazie ai dati Arpa sul benzo(a)pirene (3 ng/m3 contro un limite di 1) abbiamo chiesto il fermo della cokeria nella manifestazione del 29 maggio 2010 davanti al Municipio. A partire da quel momento si è scatenata la controffensiva dell'Ilva.

 

I dati Arpa preoccupavano Ilva perché noi li usavamo seriamente per le iniziative che, nel 2010, erano arrivate ad un passo dal fermo della cokeria. Non a caso il governo varò il 13 agosto 2010 il primo decreto che "salvò" l’Ilva abolendo per oltre due anni il limite al benzo(a)pirene. Tutto questo è avvenuto perché noi usavamo i dati dell'Arpa che davano forza e fondamento alle nostre azioni. Altro che delegittimazione dell'Arpa! Siamo stati noi gli utilizzatori più seri e convinti dei dati Arpa, e li abbiamo usati così bene che Archinà era costretto a fare telefonate preoccupate a Vico, Vendola e Stefano.

 

Scriviamoo queste annotazioni mentre la Camera dei Deputati vota una legge incostituzionale che vorrebbe porre le briglie alla magistratura, in spregio della Costituzione. Chi non ha agito per salvarci ha ora anche l’ardire di frenare la magistratura intervenuta a protezione della salute dei cittadini. Questi deputati finiranno in una black list a cui daremo massima pubblicità. La nostra iniziativa è assolutamente nonviolenta ma avrà l'effetto rendere su Google disponibili a futura memoria i nomi di chi non va più votato. Internet in questi casi non conosce il diritto all'oblio e tale azione avrà una forza comunicativa inaspettata.

 

Ringraziamo invece i deputati che non hanno votato per il decreto. Loro sono i veri onorevoli. Ad essi sarà riservata una "white list".

 

Adesso il decreto passa al Senato.

Invitiamo i senatori onesti e sensibili a fare ostruzionismo.

Rendano la politica una nobile missione per la vita.

Lo facciano per i nostri bambini, per i nostri malati, per i nostri morti. Se la politica non è etica avvelena non solo noi ma anche la democrazia.

 

 


 

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