La Regione Puglia ha il dovere di intervenire sul piano di azione immediato e sul piano di risanamento dell'atmosfera; il Comune di Taranto ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini; la Provincia ha il dovere di adempiere ai compiti delegati dalla Regione in termini di controlli e verifiche
Una nutrita delegazione di Altamarea ha incontrato a Bari l'assessore regionale all'ecologia Lorenzo Nicastro. Si è discusso delle emissioni cancerogene della cokeria Ilva di Taranto e dei provvedimenti da prendere
Altamarea chiede a gran voce che il sindaco di Taranto attui un immediato, deciso e ormai non più procastinabile intervento a tutela della salute pubblica di fronte ai gravi dati dell'inquinamento ambientale emersi con le misurazioni dell'Arpa Puglia
Domenica 21 febbraio dalle ore 9.30 alle 14.30, Altamarea sarà presente in Piazza Maria Immacolata con un camper, per informare su ciò che continua ad accadere , nonostante l’occhio vigile delle eco-sentinelle attive 24h su 24h
20 febbraio 2010 - Altamarea
L'appello oggi lanciato da Peacelink è assolutamente condivisibile specie per la salvaguardia ambientale di una città complessa come Taranto.
Occorre prima di tutto un campionamento continuo sulle emissioni e sui prodotti della nostra amata terra, così come prevede già una legge regionale e come sperimentato in tante altre realtà.
Con una campagna pubblicitaria senza precedenti, l’Ilva ha diffuso dati non attendibili sotto il profilo statistico-scientifico. Con i soldi della campagna di pubbliche relazioni, Riva avrebbe potuto acquistare il campionatore in continuo della diossina. Altamarea dimostra, dati alla mano, il progressivo aumento delle sostanze cancerogene scaricate dall'acciaieria sulla città quando la produzione va al massimo.
Associazioni e singoli stanno chiedendo alle procure di Brescia e di Pordenone trasparenza sulla presenza di ordigni nucleari presso le basi di Ghedi e Aviano. L'8 dicembre a Pordenone un convegno con tecnici, scienziati, giuristi e attivisti aperto a tutta la cittadinanza
Un dialogo destinato ad interrompersi tra una giovane palestinese e una regista iraniana, semplice e toccante come la passione di Fatma Hassona per la fotografia (nelle sale dal 27 novembre)
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