Pace

Lista Pace

Archivio pubblico

La Rivista TEMPI DI FRATERNITA' presenta:

Tempi di Fraternità - Recensione a "I carnefici" di Daniele Biacchessi

Laura Tussi1 febbraio 2016

Recensione al Libro "I carnefici" di Daniele Biacchessi

 

I CARNEFICI , Sperling & Kupfer 2015

Libro di Daniele Biacchessi

Recensione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici - ANPI sezione di Nova Milanese (Monza e Brianza)

 

“Sono un sopravvissuto. Uno che ha visto l'orrore. Uno che non vuole dimenticare”: così esordisce il libro “I carnefici”, edito da Sperling & Kupfer. È l'ultima delle molte opere d'impegno civile del noto giornalista d'inchiesta Daniele Biacchessi, voce libera, fuori dal coro, per la verità e la giustizia nel nostro dilaniato Paese. Daniele Biacchessi, con il suo impegno culturale e civile, da anni tiene testa al revisionismo, al rovescismo, al negazionismo più subdoli che spopolano, purtroppo, soprattutto nei mercati editoriali contemporanei.

Il racconto del libro si dipana nella narrazione di storie nella Storia da parte di nonno Giuseppe, superstite della strage sull'acrocoro di Monte Sole, il 29 settembre 1944. Il nonno racconta il susseguirsi impietoso degli eventi al nipote Carlo - figura di riferimento autobiografica - e mostra un tesoro fatto di fotografie ingiallite, mappe militari consunte, cartine geografiche e carte processuali. I partigiani sono in Italia una esigua minoranza: la maggior parte degli italiani osserva gli avvenimenti dalla finestra, riempiendo le piazze per applaudire Benito Mussolini ai suoi comizi. In Italia i nazisti attuano lo stato di eccezione in connivenza con i fascisti, ossia il terrorismo contro i civili inermi. E tutto questo avviene perché le istituzioni e gli equilibri degli organi democratici non possono più funzionare, quando lo stato di eccezione si confonde con la regola e il confine fra democrazia e totalitarismo è completamente cancellato. Il teologo Giuseppe Dossetti, che nel 1943 si unì alla Resistenza, denuncia che le stragi nazifasciste contro i civili inermi e non belligeranti sono l'eccidio totale. “Non è una furia di vendetta, un raptus di follia omicida; è la negazione radicale dell'umanità”. Le stragi compiute dalle divisioni militari nazifasciste non sono casi isolati, e nemmeno l'aspetto terribile di un certo periodo della storia moderna, ma un punto di arresto, un'era oscura, in cui il progresso tecnologico della guerra, la pianificazione politica, i sistemi burocratici e l'assoluta scomparsa di principi etici e morali si sono combinati per rendere le stragi di massa una possibilità, un orrore sempre presente e attuale nella storia umana. I personaggi chiave di questa feroce mattanza di innocenti furono Albert Kesserling, Max Simon, Walter Reder. “Ma non sono i soli e gli unici responsabili”.

Oggi dobbiamo superare la tragica contabilità dei morti e far emergere, nella comunità civile, il significato di ferite fisiche e psichiche che hanno condizionato la vita quotidiana di centinaia di migliaia di persone, quasi mai entrate nella memoria ufficiale.  Sono elementi difficili da cogliere che emergono da spezzoni di testimonianze di sopravvissuti. Le vittime non sono soltanto i morti, i feriti, i torturati, ma anche i loro congiunti e le intere comunità colpite. Perché dopo una strage, nulla è più come prima. Ma ricordare e commemorare sono il primo passo dell'impegno per una lucida coscienza storica. Ricordare deve essere l’atto, non occasionale, ma costante, di esprimere la memoria tramite l'impegno individuale e collettivo. È necessario formare una memoria comunitaria e collettiva. Per gran parte delle stragi nazifasciste dal 1943 al 1945 esiste oggi una verità storica. Ma verità e giustizia sono due concetti che nel nostro Paese, purtroppo, non sono mai andati d'accordo. La risposta della giustizia è stata condizionata dalla volontà politica di insabbiare le inchieste e dalla ragion di stato. Il nemico di ieri diventa ora amico degli americani nella lotta al comunismo. La Germania, sconfitta e lacerata, è divisa in due dal muro di Berlino. Il nemico dell'Occidente non è più il nazismo, ma l'Unione Sovietica. Lo storico tedesco Lutz Klinkhammer ha ricostruito l'olocausto nazifascista nel nostro Paese, giungendo alla conclusione che la ragion di stato è usata come pretesto in modo da nascondere i fascicoli di indagine nel famigerato “armadio della vergogna”, come definito da Franco Giustolisi nel suo celebre libro a cui, in sua memoria, è dedicato “I carnefici”.

Dunque gli studiosi e gli intellettuali hanno il dovere morale di condividere il materiale di documentazione, perché solo così gli eccidi compiuti dai nazifascisti, durante la Seconda Guerra Mondiale, potranno diventare tema di educazione alla pace per le nuove generazioni. Dal racconto del nonno delle storie nella Storia, il nipote comprenderà, negli anni, che democrazia e pace sono frutto di pratiche quotidiane e di relazioni tra persone e comunità, in un costante impegno civile di cittadinanza attiva dal basso, in collaborazione con le istituzioni democratiche. A Sant'Anna di Stazzema e a Monte Sole sorgono istituti per la pace, dove giungono ragazzi da ogni parte del mondo, anche palestinesi e israeliani, che studiano forme e sistemi di prevenzione dei conflitti e di convivenza pacifica tra i popoli, affinché la guerra sia espulsa per sempre dall'immaginario collettivo e dalla Storia. Perché mai nulla vada disperso e dimenticato. Perché la memoria possa diventare finalmente un fattore vivo e propulsivo di democrazia e pace. Per non dimenticare.

Note:

su PRESSENZA - International Press Agency: 
http://www.pressenza.com/it/2015/06/i-carnefici/

su LiberoLibro: 
http://www.liberolibro.it/daniele-biacchessi-i-carnefici/

su ILDialogo.org: 
http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1451214786.htm

Centro Studi Sereno Regis di Torino: 
http://serenoregis.org/2015/07/10/i-carnefici-recensione-di-laura-tussi-e-fabrizio-cracolici/

Articoli correlati

  • Tre lezioni dalla guerra in Ucraina
    Editoriale
    Un punto di vista pacifista sul fallimento della "guerra giusta"

    Tre lezioni dalla guerra in Ucraina

    Putin non è in ginocchio come prevedeva Biden ma è più forte di prima. L'esercito ucraino è a corto di uomini e risorse. L'esercito russo ha una superiorità schiacciante. Tutto ciò ci impone a una riflessione profonda sulle alternative alla guerra.
    5 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
  • In Ucraina la Nato è paralizzata in un "paradosso bellico"
    Editoriale
    Ecco come le super-bombe russe FAB stanno cambiando la guerra

    In Ucraina la Nato è paralizzata in un "paradosso bellico"

    L'invio di armi da parte della Nato, sebbene nelle intenzioni miri a sostenere le forze ucraine, non capovolge la guerra ma la prolunga e ne ingigantisce gli effetti, paradossalmente a tutto vantaggio della Russia. Gli esperti lo definiscono "war paradox" e lo hanno anche studiato.
    26 marzo 2024 - Alessandro Marescotti
  • Se la vita politica è improntata all'interesse particolare e all'opportunismo
    Laboratorio di scrittura
    Lezione su Francesco Guicciardini

    Se la vita politica è improntata all'interesse particolare e all'opportunismo

    Alla fine dell’Ottocento Francesco De Sanctis espresse una condanna di Guicciardini che, con il suo scetticismo e il suo disincanto pessimistico, era rinunciatario nei confronti della corruzione e della decadenza politica italiana. Era capace di comprenderne la portata nefasta ma ne poneva rimedio.
    19 marzo 2024 - Alessandro Marescotti
  • Splendidi ragazzi: la voce pacifica e determinata dei giovani di Pisa e Firenze
    Pace
    Un esempio per tutti

    Splendidi ragazzi: la voce pacifica e determinata dei giovani di Pisa e Firenze

    In entrambe le città i cortei dei giovani pacifisti si sono mossi per manifestare dopo le manganellate della scorsa settimana. Le strade hanno risuonato delle loro voci, dei loro slogan, delle loro richieste di giustizia e di pace.
    2 marzo 2024 - Alessandro Marescotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)