Nel 2001 i pacifisti mettevano in guardia dal condurre una guerra senza fine

Biden ammette che gli USA hanno sbagliato per oltre vent'anni

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, riconosce gli errori commessi dagli Stati Uniti in seguito all'11 settembre. La sanguinosa risposta militare americana seguita all'attacco alle Torri Gemelle fu un errore che oggi Israele non deve ripetere.
19 ottobre 2023

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha messo in guardia Israele, dopo la terribile strage di Hamas del 7 ottobre scorso contro civili israeliani, dal commettere gli stessi errori commessi dagli Stati Uniti dopo l’11 settembre e l'attacco alle Torri Gemelle. “Abbiamo anche commesso degli errori”, ha detto Biden in conferenza stampa a Tel Aviv, ricordando quando “molti americani erano consumati dalla rabbia per ciò che era accaduto”. Lo riporta The Times of Israel. Biden, presidente USA

Le parole del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, rappresentano un importante riconoscimento degli errori commessi dagli Stati Uniti in seguito all'11 settembre e nella risposta militare americana seguita all'attacco alle Torri Gemelle.

Biden ha detto poche parole, troppo poche per poter cancellare oltre vent'anni di guerra inutile e sanguinosa.

Ma le poche parole che ha detto hanno fatto subito il giro del mondo. E noi le cogliamo al volo per commentarle.

Forse è la prima volta che c'è un'ammissione che segna la fine di un'epoca durata oltre vent'anni che ha visto gli Stati Uniti inaugurare la stagione della "guerra infinita", alimentata dalla vendetta e dal senso di sanguinosa onnipotenza.

È significativo notare che PeaceLink e i pacifisti avevano già espresso preoccupazioni e opposizioni a tali errori americani, ma non erano stati ascoltati all'epoca. Anzi! Criticare gli Stati Uniti per quella risposta militare significava essere bollati come seguaci del terrorismo islamico.

Bisognava mettersi l'elmetto e in tanti a sinistra se lo misero. Seguendo la strada che oggi Biden considera sbagliata.

Il richiamo di Biden ai "molti americani consumati dalla rabbia" dopo l'11 settembre mette in luce come, in situazioni di forte emozione e desiderio di vendetta, le decisioni politiche e militari possano essere prese in fretta e senza una sufficiente riflessione.

Queste parole di Biden non sembrano indicare un cambiamento nella prospettiva degli Stati Uniti per il futuro ma hanno un grande significato rispetto al passato. Sono un'ammissione di colpa per una nazione.

Evitare la ripetizioni degli stessi errori dovrebbe essere il fine dello studio della storia e anche il fine dell'azione politica nel presente.

Paradossalmente le parole di Biden possono essere lette come un implicito riconoscimento dell'importanza delle voci pacifiste e di organizzazioni come PeaceLink che si opposero alla guerra in Afghanistan. Noi avevamo sostenuto una risposta differente agli eventi post-11 settembre e ora le parole del presidente americano riconoscono che la risposta doveva essere differente.

E' paradossale ma è così: Biden ci dà ragione dopo oltre vent'anni. O almeno possiamo dire che non avevamo torto.

Non illudiamoci. Biden non trasformerà il riconoscimento degli errori del passato in un cambio di linea militare per il futuro.

Però è importante notare che il riconoscimento degli errori del passato e l'apertura a una visione più equilibrata e ragionata delle politiche possono essere passi significativi verso la promozione della pace e della diplomazia in situazioni di conflitto.

Se Biden fosse coerente diventerebbe pacifista. Ma temiamo che si limiterà solo a riconoscere gli errori compiuti dagli Stati Uniti senza essere conseguenziale e senza portare il ragionamento alle sue più complete e coerenti conseguenze.

Noi però, come pacifisti, dobbiamo continuare ad essere coscienza critica e pungolo nell'opinione pubblica perché gli errori del passano non abbiano più a ripetersi.

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