Ambiente, la diossina non molla
La diossina non molla la presa, anzi. Il micidiale agente inquinante quasi raddoppia i suoi valori di emissione, passando dai 4 nanogrammi circa per metro cubo d’aria registrati nella prima campagna di monitoraggio realizzata a giugno del 2007 (il dato è, esattamente, del 14 giugno) agli 8,3 registrati il 27 febbraio scorso, seconda giornata di rilevamenti da parte dell’Arpa sui fumi emessi dall’impianto di agglomerazione dell’Ilva.
Ieri, il direttore dell’Arpa Giorgio Assennato e il chimico Roberto Giua, hanno reso noti i dati raccolti dall’Agenzia regionale per l’ambiente durante una conferenza stampa convocata dall’Amministrazione provinciale di Taranto alla quale hanno preso parte il presidente della Provincia Gianni Florido ed il sindaco Ezio Stefàno.
LA SITUAZIONE
Rispetto ai tre giorni di monitoraggio effettuati il 12, 14 e 16 giugno del 2007, l’Arpa ha notato una differenza rilevante per quel che riguarda le emissioni del camino dell’Ilva. Mentre a giugno «le concentrazioni di polveri nel flusso emesso dal camino dell’impiamnto di agglomerazione erano ben inferiori a quelle dei giorni precedente e successivo», a febbraio questa «riduzione» non è stata registrata e l’attività era quindi assimilabile a quella svolta nella norma.
Malgrado l’aumento dei valori di diossina, l’Arpa ritiene raggiungibile, entro la fine dell’anno, l’obiettivo dei due nanogrammi di diossina per metro cubo d’aria grazie all’attività di controllo da parte della stessa Agenzia per l’ambiente - ora dotata di un maggior numero di mezzi e persone dopo all’accordo con Provincia e Comune - e in ragione degli impegni presi dall’Ilva. Il «sogno » è quello di arrivare al limite di 0,4 nanogrammi di diossina per metro cubo d’aria come in Friuli.
La Regione Puglia: AIA negativa se non si riducono le emissioni
In relazione ai dati dell’ultima rilevazione delle diossine dei processi produttivi dell’ILVA e più in generale della situazione dello stabilimento nell’attuazione del protocollo di intesa l’Assessore all’Ecologia Losappio ribadisce che la Regione esprimerà parere negativo per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale se l’ILVA non dichiarerà di quanto ed in quale periodo di tempo intende abbassare le emissioni di diossina e degli altri inquinanti.
Fonte: http://138.66.77.10/ecologia/Default.asp
L’ILVA
Il Gruppo Riva ha confermato che «proseguono le sperimentazioni per la riduzione della diossina dal camino E 312. L’entità della riduzione di emissioni - si legge in una nota dell’Ilva - sarà possibile definirla a conclusione della campagna di monitoraggio prevista alla fine di maggio. Entro il 2009 sarà realizzato l’impianto di additivazione», che consentirà il salto di qualità atteso.
LA DENUNCIA DI ASSENNATO
«La svolta è il potenziamento delle strutture tecnico- scientifiche dell’Arpa e il potenziamento dell’Asl», ha dichiarato il direttore, Giorgio Assennato. «Non a caso Arpa e Spesal erano sottodimensionate per precise “volontà”. Se non c’è il potenziamento delle strutture tecnico scientifiche una situazione complessa come quella di Taranto non può essere affrontata. E non parliamo solo di Ilva, ma dell’area industriale tutta e dell’inquinamento da tarffico. La soluzione è una convergenza di tutte le istituzioni e una consapevolezza da parte dell’opinione pubblica che i problemi di Taranto possono essere affrontati». «Le aziende devono adottare, in base all’ accordo Aia, le migliori tecniche disponibili per ridurre al minimo le emeissioni, rendendo compatibili le produzioni industriali con l’ambiente e la salute dei cittadini.
Io penso che entro l’estate si può raggiungere l’obiettivo dei due nanogrammi di diossina per metro cubo d’aria. L’Ilva è impegnata e noi siamo fiduciosi. Noi continueremo - ha concluso Assennato - a svolgere controlli indipendenti, pagando di tasca nostra i monitoraggi, per dare una informazioen trasparente ai cittadini. Taranto soffre un inquinamento molto grave».
LE SPERANZE DI FLORIDO
«In passato è mancata la conoscenza e la sensibilità collettiva per i temi ambientali. E’ un peso che ci siamo trascinati fino ad ora. Ma le nuove generazioni possono guardare con un po’ di fiducia al futuro». Il presidente della Provincia, Gianni Florido, ha usato realismo e cautela nel commentare gli ultimi dati sulle diossine. «Il dato ambientale - ha ricordato - è venuto in evidenza nella sua drammaticità negli ultimi dieci anni. Prendete, per esempio, gli elettrofiltri dinamici per la captazione dei fumi all’interno dello stabilimento Ilva: sono stati installati nel 2000. Dal 2000 ad oggi la situazione è migliorata, con un abbattimento del 50 per cento dei fumi. La pressione sociale, la conoscenza e il supporto tecnico qualificato, che prima non c’erano, garantiscono alle nuove generazioni la possibilità di ridurre il tasso d’inquinamento consentendo, allo stesso tempo, la convivenza con la grande industria. Le vecchie generazioni non hanno avuto questa fortuna per mancanza di conoscenza, di sensibilità e di controlli. ecco spiegata l’importanza dell’accordo con l’Arpa».
LE PROPOSTE DI ARPA
Sette le proposte formulate dall’Arpa per la riduzione della diossina a Taranto. Monitoraggio periodico delle diossine dell’impianto di agglomerazione Ilva; installazione sul camino di un sistema di campionamento continuo; controllo sistematico delle ricadute al suolo dei microinquinanti, con analisi di alimenti flora, fauna, terreni, aria; installazione sul camino di un sistema di accesso permanente, facile e sicuro al punto di prelievo, con adatto impianto di sollevamento in quota. E poi, ancora: fissazione del valore limite al camino di 0,4 nanogrammi per metro cubo d’aria; abbassamento del limite per le emissioni di polveri da 80 a 30 nanogrammi per metro cubo d’aria; normalizzazione delle concentrazioni di inquinanti nel camino
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