Lo scorso sabato 27 dicembre, alle 11,30 ora locale , 50 caccia da combattimento israeliani hanno colpito e distrutto a Gaza 50 obiettivi in soli tre minuti
Rompere il silenzio, protestare al di fuori dei sistemi di potere, arrivare al cuore delle persone, perché una presa di coscienza faccia crescere l’empito di libertà e di giustizia che da anni mettiamo nella questione palestinese. (Le Donne in Nero)
E’ possibile forzare un popolo intero a sottostare ad una occupazione straniera facendolo morire di fame? [...] prendono parte all'esperimento Ehud Olmert e Condoleeza Rice, Amir Peretz e Angela Merkel, Dan Halutz e George Bush, per non menzionare il premio Nobel per la pace Shimon Peres
Mentre la stampa si concentra sui danni e le vittime israeliane causate dal lancio di razzi katyusha in Israele, e nel Libano cresce l’escalation di una guerra sanguinaria e inutile, a Rafah l’esercito israeliano mantiene aperto il fronte “interno” della guerra.
9 agosto 2006 - Patrizia Viglino
Guardate cosa un governo novellino è in grado di combinare in così poco tempo.
Dietro le operazioni a Gaza ed in Libano c'è la stessa sciocca idea di esercitare pressioni sulla popolazione per avere un cambiamento gradito ad Israele nella linea politica. Nella storia del conflitto arabo-israeliano, quel concetto ci ha solo portato da un disastro all'altro.
Perche' le Nazioni Unite, l'Unione Europea rimangono in silenzio? I governi di Israele e degli Stati Uniti sono gli aggressori, non hanno mai guardato ne' a noi ne' ai nostri bambini come degli esseri umani. Ma cosa dire degli altri, che si proclamano civilizzati e vogliono insegnarci ad essere democratici, ad "accettare il diverso", ad essere civilizzati?
La guerra non e' parole, opinioni, analisi. E' quotidianità violentata. L'urlo di una madre che non riesce a credere di aver perso il figlio. La disperazione di tante persone che non conoscono una vita che possa definirsi tale.
Parla il ministro della Sanità del governo palestinese, Bassem Naim che chiede un’inchiesta internazionale per appurare l’impiego di armi non convenzionali da parte di Israele. «Noi non abbiamo strutture per documentare quello che sta succedendo»
La prefazione al rapporto di quest'anno è scritta da Francesca Albanese relatrice speciale delle Nazioni Unite che attribuisce a DBIO molta influenza nello sviluppo del suo lavoro
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