Tra l'agosto del 2003 e lo stesso mese del 2004 è scomparsa una porzione di foresta amazzonica brasiliana pari a 26mila chilometri quadrati, un'area più estesa dell'intera Sicilia, o quanto la somma di Israele e i Territori Palestinesi occupati
Per il MST , che da anni si batte per la riforma agraria, la terra non e' solo un mezzo di produzione, ma molto di più , è una cosa viva che il movimmento cerca di liberare da un sistema consumistico che la sta devastando
La dichiarazione congiunta di Brasilia, approvata dai governanti di 34 paesi dell'america latina, del medio oriente e dell' africa, rifuta l'occupazione straniera e riconosce il diritto degli stati e dei popoli a resistere, in conformità con il diritto internazionale
Tra i 12.000 lavoratori che stanno marciando verso Brasilia c' è il signor Luís Beltrane, di 97 anni, che sta realizzando la sua terza marcia sulla capitale brasiliana: questa sarà un sacrificio collettivo, avendo posto il proprio corpo come arma di lotta alla ricerca di una vita degna per il popolo brasiliano
Associazioni della difesa dei diritti umani temono che stia avvenendo uno stravolgimento, nel caso dell'omicidio di Sorella Dorothy Mae Stang, con la criminalizzazione dei testimoni dell'accusa. Questo potrebbe determinare dei ritardi processuali. incluso la liberazione degli accusati
più di 10.000 contadini avanzano verso Brasilia per chiamare l'attenzione della società sullo stato di povertà e di disuguaglianza nelle campagne ed esigere la realizzazione della riforma agraria
5 maggio 2005
Le strategie di conquista spirituale hanno influito in occasione delle elezioni in Brasile
Il Federalist Peace Forum si tiene a Ventotene dal 7 al 10 settembre con una trentina di giovani attivisti provenienti da Israele, Palestina e diversi paesi europei.
Questa puntata del diario di bordo è dedicata a conoscere un po’ i capitani della flottiglia che vengono da molto lontano. Karina viene dal Brasile (San Paolo), ha una figlia di 17 anni, fa l’insegnante ed è venuta qui perché sentiva che doveva fare qualcosa di diretto, di significativo.
“E’ vergognosa l’assenza di iniziative da parte dei governi per fermare il genocidio in Palestina. Non dovrebbe essere la Flotilla a rompere l’illegale assedio israeliano di Gaza, bensì la Marina militare italiana.”
È arrivata, tramite la portavoce italiana Maria Elena Delia, la risposta alle minacce del governo israeliano, che ha definito terroristi i partecipanti alla Global Sumud Flotilla e promesso arresti e carcere duro per gli attivisti e la confisca delle navi umanitarie.
Care compagne e cari compagni della Global Sumud Flotilla, dalla Colombia, terra segnata dalla resistenza e dalla speranza, invio un abbraccio solidale a voi che, da diversi angoli del mondo, vi preparate a salpare verso Gaza nei prossimi giorni.
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