Da oggi le armi nucleari diventano illegali
Cliccando sul link che vedete qui sopra noterete che è un trattato ONU. E' stato ratificato da un numero sufficiente di nazioni (cinquanta) per diventare a tutti gli effetti una fonte del diritto internazionale.
E' una vittoria della perseveranza del movimento pacifista internazionale che, in modo intelligente e strategico, ha costruito, tappa dopo tappa, un percorso di cittadinanza globale che ha portato ad un risultato che cambia il diritto internazionale con un trattato storico. Tale trattato dichiara illegali le armi nucleari in quanto armi indiscriminate e obbedisce allo stesso principio per cui sono state dichiarate illegali altre armi che non discriminano civili e militari. Un'arma che non discrimina i civili dai militari è un'aperta violazione delle Convenzioni di Ginevra.
Parliamo quindi di "armi indiscriminate", il cui uso si configura come crimine di guerra. Sulla scia della definizione di "armi indiscriminate" sono state messe al bando dal diritto internazionale le seguenti armi:
- armi biologiche (1975, Convenzione per le armi biologiche);
- armi chimiche (1993, Convenzione sulle armi chimiche);
- mine antiuomo (1999, Convenzione internazionale per la proibizione delle mine antiuomo);
- bombe a grappolo (2010, Convenzione internazionale sulle bombe a grappolo).
Le armi nucleari, già ampiamente riconosciute come armi di distruzione di massa rientrano da oggi nel novero delle armi indiscriminate e pertanto illegali ai sensi del diritto internazionale umanitario.
Sarà un percorso lungo trasformare questa scelta di legalità, basata su un principio cristallino di coerenza, in risultati effettivi, ma la strada è tracciata. Ed è una strada realistica perché oggi le armi nucleari sopravvivono a un'epoca che non c'è più. Nacquero nel dramma della seconda guerra mondiale e vennero coltivate ed esibite come strumento militare nella guerra fredda. Nel terzo millennio, e dopo la caduta del muro di Berlino, vengono meno tutte le giustificazioni militari e manca ogni ragionevole argomentazione con cui invocare la necessità delle armi nucleari. E' venuta meno la ragione bellica (la seconda guerra mondiale) e la ragione ideologica (la guerra fredda fra blocco occidentale e blocco comunista), in cui è nata la "Bomba" con le sue giustificazioni più o meno fondate. Adesso la Bomba non ha più fondamento nelle ragioni militari che l'hanno generata e che l'hanno alimentata. E questa messa al bando dal punto di vista del diritto internazionale è la logica chiusura del cerchio. Finalmente la mancanza di necessità militare trova congiungimento al trattato che ne sancisce la definitiva illegalità, dopo tanti tentennamenti del diritto internazionale e dopo tanti incidenti mantenuti segreti.
Un'ultima considerazione.
Il trattato che oggi entra in vigore è frutto del movimento consapevole e coordinato di tante persone che non hanno perso la forza, la convinzione e la determinazione di raggiungere l'obiettivo. Nel 2017 questo movimento, che si riconosce nella campagna ICAN, ha ottenuto il Premio Nobel per la Pace.
Conserviamo ancora nella memoria di PeaceLink le foto di una campagna che dieci anni fa muoveva i suoi primi passi con foto scattate nei luoghi della vita quotidiana nelle quali appariva il logo della campagna ICAN.
PeaceLink è stato il sito che in questi dieci anno ha ospitato la campagna italiana all'indirizzo https://www.peacelink.it/ican/
Dieci anni fa l'obiettivo della messa al bando sembrava un'utopia. Ma poi è stata tessuta una rete di rapporti che ha messo assieme cittadini e istituzioni, dando vita a un processo di cittadinanza globale non ideologico ma pragmatico ed efficace.
Nel 2017, quando l'Assemblea Generale dell'ONU votò il testo che oggi entra in vigore, il Presidente della Croce Rossa Internazionale, Peter Maurer, dichiarò:
"Oggi il mondo ha compiuto un passo storico verso la de-legittimazione di queste armi indiscriminate, base cruciale per la loro eliminazione futura".
Ed è questa la strada su cui da oggi occorre muoversi con ancora più forza e determinazione. Perché finalmente la messa al bando delle armi nucleari da auspicio oggi si trasforma in imperativo di legge internazionale. Essere fuori dal diritto internazionale non sarà una cosa che renderà onore a chi vorrà continuare in questa scelta che non ha altra giustificazione se non la semplice volontà di potenza.
Da ora in poi occorrerà costruire un percorso di cittadinanza globale nelle scuole che includa nell'ora di educazione civica un'apposita unità didattica (1) dedicata a questo trattato che oggi entra in vigore. La diffusione dell'educazione al disarmo - prevista dall'ONU e proposta a tutte le scuole del mondo (2) - sarà la strategia che consentirà di fornire all'opinione pubblica il modo di formarsi, consolidarsi e fare pressione sul livello politico affinché anche l'Italia aderisca al TPNW.
Un'opinione pubblica consapevole ed esigente è la strada con cui ottenere risultati. E anche in assenza dei risultati immediati è lo strumento con cui rafforzare scelte di consapevolezza e di civiltà che cambiamo le persone e la storia sul berve, medio e lungo termine. L'esempio di come don Lorenzo Milani, con una lettera ai cappellani militari, seppe sollevare il problema dell'obiezione di coscienza alle armi nucleari ne è l'esempio. Don Milani con quella lettera finì sotto processo. Oggi invece le armi nucleari diventano illegali. Tutto si capovolge e il prete che invitava i suoi allievi a obiettare alla bomba atomica oggi diventa, da simbolo di disobbedienza, un simbolo della profezia di tempi nuovi e più umani. E' una svolta talmente rilevante che ancora non ne siamo pienamente consapevoli.
(2) Vedere il report ONU (in inglese) sull'educazione al disarmo http://undocs.org/A/57/124
Titolo del Report: "United Nations study on disarmament and non-proliferation education" (scritto dal Segretariato Generale ONU nel 2002).
Vedere inoltre questo inquadramento generale sull'educazione al disarmo https://unrcpd.org/peace-and-disarmament-education/
Il report individua nell'educazione al disarmo alcune finalità fra cui quelle di:
- sviluppare capacità di pensiero critico per una cittadinanza informata;
- approfondire la comprensione dei molteplici fattori che a livello locale, nazionale, regionale e globale favoriscono o minano la pace;
- incoraggiare atteggiamenti e azioni per promuovere la pace;
- comunicare e condividere informazioni per promuovere un atteggiamento reattivo circa le sfide alla sicurezza internazionale attraverso lo sviluppo di apposite metodologie e tecniche di ricerca.
Il Report ONU "United Nations study on disarmament and non-proliferation education" prevede quanto segue: "L'educazione al disarmo e alla non proliferazione nucleare è un processo formativo lungo e sfaccettato, in cui partecipano la famiglia, le scuole, le università, i media, la comunità, le ONG, i governi, i parlamenti e tutte le organizzazioni internazionali. È un progetto di costruzione, una base teorica e pratica di conoscenza che consente alle persone di scegliere valori comuni che rifiutino la violenza, risolvano i conflitti pacificamente e sostengano una cultura di pace".
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