Nel quartiere a sud est di Beirut si vive tra i palazzi squarciati dai raid dell'aviazione israeliana. E cresce l'appoggio della popolazione per Hezbollah
Con il rapimento dei soldati israeliani, Hezbollah è voluto venire in aiuto dei palestinesi di Gaza. Per solidarietà o per opportunismo, il leader delle milizie sciite mira a diventare il paladino delle masse arabe
Lo scopo delle operazioni belliche in Libano non è la liberazione dei soldati prigionieri ma un cambio di regime e l'instaurazione di un governo-marionetta Accadde lo stesso nel 1982. Allora Haig raccomandò a Sharon di dotarsi di «una chiara provocazione», accettabile dal resto del mondo. Oggi è uguale
Una posizione per qualcuno, "moderata", questa di Shorsh Surme, ma ugualmente interessante da riportare. E con un accenno di storia del "partito di Dio", gli Hezbollah.
Scrive Efrat Roman su Yedoth Aaronoth "Israele ha fatto di tutto affinché Gilad Shalit rimanga prigioniero". Anche di fronte agli appelli di Noam Shalit, padre del militare israeliano catturato lo scorso 25 giugno, il governo Olmert si è arroccato su di una posizione di intransigenza che rischia di precipitare il Medio Oriente nella catastrofe.
Il gesuita libanese Samir Khalil Samir, docente all'università di Beirut, a Genova per un'iniziativa contro gli integralismi organizzato dalla rivista Marea
Lo scorso 14 febbraio, Hariri, ex primo ministro del Libano (dal 1992 al 1998 e dal 2000 al 2004) è stato assassinato a Beirut. L’opposizione libanese, sostenuta dagli Stati Uniti e dalla Francia, ha accusato la Siria del crimine e ha chiesto il ritiro dei 14.000 soldati siriani dal Libano. Che convenienza aveva la Siria ad assassinare Hariri? Ci sono in gioco altri interessi che ci vengono nascosti? Mohamed Hassan, esperto del Medio Oriente, risponde a queste domande.
16 marzo 2005 - Intervista di David Pestieau e Luc Van Cauwenberghe
È arrivata, tramite la portavoce italiana Maria Elena Delia, la risposta alle minacce del governo israeliano, che ha definito terroristi i partecipanti alla Global Sumud Flotilla e promesso arresti e carcere duro per gli attivisti e la confisca delle navi umanitarie.
Care compagne e cari compagni della Global Sumud Flotilla, dalla Colombia, terra segnata dalla resistenza e dalla speranza, invio un abbraccio solidale a voi che, da diversi angoli del mondo, vi preparate a salpare verso Gaza nei prossimi giorni.
Durante il fine settimana dal 29 al 31 agosto, il porto di Barcellona è stato teatro di intense giornate di sostegno alla Palestina, organizzate per salutare la Global Sumud Flotilla.
Per tre giorni il Moll de la Fusta di Barcellona è diventato l’epicentro della solidarietà internazionale, con eventi, conferenze, workshop e concerti a sostegno della Global Sumud Flotilla, la missione civile più ambiziosa mai intrapresa fino ad oggi in direzione di Gaza.
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