La NATO ha aperto la porta a Svezia e Finlandia, chiudendo la porta della giustizia e dei diritti ai Kurdi; questo comportamento ha dato via libera e garanzie ad Erdogan per giustificare ogni sua azione militare in Rojawa contro i partigiani kurdi e la politica interna in Turchia.
4 luglio 2022 - Gulala Salih
Un tragico esercizio alla fine del quale c'è il sacrificio della vita
Da Stoltenberg alla Von der Layen. Che tristezza dover rinvenire nel presente il grottesco e avvilente asservimento dello spirito a una dottrina militare che richiede fede, fede e ancora fede in una vittoria che non arriva
Un'operazione segreta che coinvolge le forze delle operazioni speciali statunitensi indica l'entità dello sforzo per assistere l'esercito ucraino che non ha ancora ricevuto le nuove armi.
Ciò che i media non trasmettono è l'impatto di questa guerra sui lavoratori e sulla povera gente in Russia. E la vita comincia a diventare molto più difficile per i comuni lavoratori.
“Il padronato vuole comprarci col bonus governativo di €200? Se li metta in quel posto”, ha tuonato un rappresentante sindacale. “Noi, il 20, scioperiamo contro la sua guerra che causa inflazione, aumento di prezzi, cassa integrazione nelle industrie vulnerabili, tagli alla sanità e ai servizi".
Il discorso pubblico sulla guerra in corso si va modificando in modo rapido e sostanziale ma, al contempo, poco visibile e perciò “indolore”. Questi cambiamenti così rilevanti raramente sono oggetto di discussione in quanto tali e questo può contribuire a renderli invisibili ai nostri occhi.
1 maggio 2022 - Daniela Calzolaio
Le bugie di Boris Johnson raccontate ai bambini sulla guerra in Ucraina
In un video in cui commenta un'intervista rilasciata dal premier del Regno Unito a Sky News, Yurii Sheliazhenko, segretario del Movimento Pacifista Ucraino, smonta una a una le falsità sostenute dal Primo Ministro britannico
2014: tutti i mass media gridarono che solo le armi potevano fermare Putin che avrebbe invaso l’Ucraina senza provocazione. Per fortuna, Angela Merkel intervenne allora per far presente le provocazioni NATO a monte e così riportare la pace... momentaneamente. Oggi chi può farlo in maniera duratura?
In tutte le piazze, i pacifisti hanno gridato “Stop War”, “Stop Putin”, ma di rado le sei parole che potrebbero davvero riportare subito la pace, “Stop all’espansione NATO all’Est!”, causa del conflitto. Sono parole che la NATO non vuole sentire. Ma con questo suo rifiuto, ci sta portando in guerra.
1 marzo 2022 - Patrick Boylan
La nostra responsabilità è salvare vite umane attraverso un'azione preventiva
Il comunicato stampa dalla sezione europea di IPPNW alla pubblicazione dell'appello, da sottoscrivere da parte della classe medica europea, per la risoluzione diplomatica della crisi ucraina.
Dal Comitato Esecutivo di IPPNW un documento che invita alla moderazione e al dialogo, nello sforzo di scongiurare il grave pericolo di una guerra che potrebbe facilmente degenerare in un conflitto nucleare.
13 gennaio 2022 - Roberto Del Bianco
Occorre trasparenza sull'effettiva erogazione di questi fondi da destinare a fini sociali
Contributi annui ed entrate ordinarie per i comuni che subiscono la presenza di istallazioni e attività militari. Lo sancisce la legge dello Stato riconoscendo l'impatto della militarizzazione "sull’uso del territorio e sui programmi di sviluppo economico e sociale".
21 settembre 2021 - Gianmarco Catalano
Questo video mostra l’uccisione spietata di un civile disarmato afghano
Il noto programma TV australiano “Four Corners”, simile a “Report” e “Presa Diretta” in Italia, ha ritrasmesso il video di un soldato australiano mentre uccide un civile afghano a sangue freddo. Si riaccende la polemica intorno alle “forze speciali” e a come vengono addestrate.
13 settembre 2021 - Patrick Boylan
Immaginate se a quel tempo, al posto del Real y Supremo Consejo de Indias, ci fosse stata la NATO
Il dio Tlaloc chiedeva di immolare i bambini, in modo che poi le loro lacrime avrebbero bagnato la terra rendendola fertile. A quel tempo c'erano circa ventimila sacrifici umani all'anno, le vittime venivano tagliate a pezzi, la coscia spettava al sovrano, la pelle scuoiata andava al sacerdote.
12 settembre 2021 - Alessandro Marescotti
Disarmisti Esigenti e WILPF Italia in presidio a Montecitorio
Usciamo da un sistema che tutto subordina all'economia del profitto per costruire una società della cura, che sia cura di sé, dell'altr*, dell'ambiente, del vivente, della casa comune e delle generazioni che verranno!
22 dicembre 2020 - Laura Tussi
Potenti attori che spingono per l’avventurismo e per le spese militari
il vertice del 70ennale NATO, quello preceduto dalla sparata di Macron sulla “morte cerebrale” dell’Alleanza, si e’ concluso, ribadendo che il militarismo transnazionale non chiude affatto i battenti, ma va avanti, incluso nelle strategie di condivisione nucleare
Per questo chiediamo una drastica riduzione delle spese militari che gravano sul bilancio dello stato italiano per l'enorme importo di decine e decine di milioni di euro al giorno e che i fondi pubblici siano invece utilizzati in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e del mondo vivente.
26 ottobre 2019 - Movimento Nonviolento, PeaceLink, Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo
Il 9 maggio si celebra in tutta Europa la giornata "Streets for Kids", dedicata alla mobilità sostenibile e alla qualità dell’aria nei pressi delle scuole. Una ricerca conferma: le strade scolastiche possono ridurre l'inquinamento fino al 20%.
"Ma di che pace stiamo parlando?" è la domanda che sorge spontanea in queste ore in cui ci prepariamo ad assistere con il fiato sospeso alla scomparsa della Palestina.
Il ministro dell'ambiente Pichetto Fratin è stato in città proprio mentre si verificava l'incidente all'AFO 1 inaugurato il 15 ottobre 2024 dal ministro Urso.
Tre miliardi di euro del bilancio pubblico destinati all'acquisto di tecnologia militare israeliana. Entro il 26 maggio la Commissione Difesa del Senato deve esprimere il parere sul programma di acquisto. Partecipa anche tu al boicottaggio avviato da Peacelink.
Negli anni, il Kashmir è diventato terreno di scontro non solo per questioni identitarie e religiose, ma anche per interessi strategici: la regione è cruciale per il controllo delle risorse idriche (il fiume Indo nasce qui)
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